Galan spara a zero contro tutti: inquirenti, giornalisti ed accusatori

23 Giu 2014 13:54 - di

«Non ho le colpe che mi vengono attribuite dai miei accusatori, sul mio conto sono state dette e scritte molte fesserie». Con queste parole Giancarlo Galan, deputato di Forza Italia ed ex governatore del Veneto, si è difeso in una conferenza stampa a Montecitorio dalle accuse che gli sono state mosse nell’inchiesta sullo scandalo Mose. Galan se l’è presa con i magistrati che non hanno voluto ascoltare la sua versione, con la Guardia di Finanza che ha commesso «errori e omissioni» e con la stampa che, oltre a riportare notizie false, non ha avuto rispetto per lui e la sua famiglia. «Io so che il politico è un mostro, ma mi aspettavo più rispetto nei confronti miei e della mia famiglia», ha detto, illustrando la memoria difensiva depositata in Giunta per le autorizzazioni alla Camera relativamente all’inchiesta Mose e alla richiesta di arresto. «Sulle mie condizioni patrimoniali e sulla casa – ha proseguito – sono state dette fesserie colossali. Non esiste una parola sul fatto che io abbia avuto soldi. In 160 mila pagine non c’è uno che dica che mi ha messo in mano mille euro – ha insistito – Io mi sono fatto un’idea: qualcuno quei soldi se li è presi. Avete capito come funziona? Baita fa una fattura falsa a San Marino, la Minutillo parte e gli porta i soldi, come facevo ad accorgermi? Comunque nessuno dice che mi ha dato una lira». In particolare Galan si è soffermato ad analizzare le accuse rivoltegli sulla casa: «Fu acquistata a un’asta giudiziaria nel 1999 per 300 milioni di lire da un dentista di Pantelleria, dopo che l’asta era andata deserta 15 volte. Io la compro nel 2005 per un prezzo di poco inferiore a un milione di euro, quindi la pago sei volte tanto, perché era già restaurata (ha detto mostrando le foto della casa prima che la comprasse) altro che restauro miliardario, balle! Il dentista l’ha restaurata prima, le cifre che ho speso io sono 400 milioni nella parte centrale e 300 mila euro, in tutto 700 mila euro, per i quali ho contratto mutuo per 200 mila euro, e i lavori non sono finiti nel 2011 ma nel 2007, perché ci dormivamo e pagavo le bollette, nel 2009 al mio matrimonio Silvio Berlusconi ci ha dormito. Una colpa la ammetto: abbiamo tardato la dichiarazione di fine lavori per un motivo fiscale, per il pagamento dell’Ici». Parole dure Galan le ha riservate alla sua ex segretaria Claudia Minutillo, sua accusatrice nell’inchiesta: «Era antipatica a tutti. Avevo la segretaria più lussuosamente vestita del’emisfero boreale. E io penso sempre bene, ma il giorno che la vidi con un cappotto Chanel, che mi dissero essere da 16 mila euro, qualche dubbio mi venne». L’ex governatore non ha risparmiato critiche pure per l’altro suo accusatore, il manager Piergiorgio Baita: «Un uomo di intelligenza elevatissima, ma di un cinismo feroce, uno davvero capace di tutto…E ha un limite preciso: la presunzione».

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