Grillo apre a Renzi sulle riforme. Ma in tanti nel Pd (e in Forza Italia) pensano a una polpetta avvelenata
La sorpresa è arrivata nel week end, quando la politica si crogiolava in commenti calcistici sui Mondiali: il M5S bussa alla porta di Matteo Renzi e, con un post a firma di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, chiede al premier di partecipare alla discussione sulla nuova legge elettorale. Il premier non si tira indietro di fronte alla novità pentastellata, dice sì ad un incontro con i cinquestelle che sarà fissato nei prossimi giorni ma avvisa: «Stavolta, magari, lo streaming lo vogliamo noi. È un modo per mettere in chiaro che non ci saranno patti segreti né giochini strani».
Il Pd, dunque, vacilla, poi prende posizione, nello scetticismo di molti, soprattutto rispetto alla possibilità che possa saltata il patto con Forza Italia. «Il Pd sulle riforme – spiega Renzi – è pronto a discutere con tutti». Il presidente del Consiglio, infatti, mette sullo stesso piano il M5S e la Lega Nord con la quale è già in corso un confronto. Ma, soprattutto, cerca di rassicurare alleati di governo e Forza Italia: «Io credo – dice – che l’accordo che abbiamo siglato (al Nazzareno, ndr) regga. Se la Lega e Grillo vogliono sedersi intorno ad un tavolo sono i benvenuti».
L’obiettivo dei cinquestelle, neanche tenuto nascosto, è far valere il proprio peso in Parlamento e sostituire Forza Italia come interlocutore del governo, spiega il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio che, tra l’altro, insieme ai due capigruppo parteciperà all’incontro con Renzi che sarà richiesto formalmente oggi: in streaming?
Tuttavia, il clima nei rapporti col centrodestra, appare più teso. Ncd tiene a puntualizzare che fa parte della partita. In Forza Italia non manca chi teme la nascita di un asse Pd-M5S, magari anche su altri temi come quello della Giustizia, ed attende con impazienza il nuovo vertice Berlusconi-Renzi. Osvaldo Napoli cita “la politica dei due forni” e pone in allerta Renzi: «In uno scenario diventato all’improvviso tanto mutevole – spiega – il rischio è che le riforme finiscano bruciate se entrano nel forno sbagliato». La mossa di Grillo, spiegano ambienti vicini al Cavaliere, per Renzi può essere una “polpetta avvelenata” o “un opportunità per allargare il dialogo sulle riforme”.