Il lato umano di Grillo: dopo Nigel, invita a pranzo la Vula dei Verdi
Certo è che da lui proprio non te l’aspetti. Non da Grillo. Non da questo Beppe Grillo. L’ultimo. Il comico non più comico. Il politico dell’antipolitica. Il trascinatore di folle. Il fustigatore. No, non t’aspetti certi risvolti. Passi che vada a pranzo da Nigel Farage, uno così compito e impomatato da sembrare emulo di mister Bean. Passi che ci intorti con euro sì o euro no senza mai venirne a capo chiaramente, che neppure la Dc dei bei tempi andati. Ma che adesso scriva per proporre un incontro pure ai Verdi, no, questo proprio non si può sentire. E digerire. Cosa gli sarà successo al povero Beppe non è dato sapersi. Perché una cosa è certa: non sembra più il mattatore. Pare perda colpi. Che, se ci pensi, è peggio che perdere voti. Perché tutta questa fregola di trovare alleati, sodali nell’Europarlamento non si spiega. Non se ne capisce la ragione vera. A meno che non sia caduto nella trappola di quelli che tutto sanno e tutto spiegano. Al tam-tam degli oni-oni. A quelli che Uuuuuh: da solo non contiiii! Che solo col gruppo c’hai ascolto. Perché infatti tutti quelli – a cominciare dai nostri 76 carneadi – che nei gruppi ci stanno, hai voglia a vedere come si sentono e come si conoscono! E come contano. E quante belle cose hanno fatto e faranno. Che gli italiani stanno proprio a posto. E pure sono grati. No, non è possibile. Non è vero che Grillo si stia intruppando. E proprio in quest’Europa della Merkel. Non è credibile che voglia costruire, tessere alleanze dove le medesime non contano nulla e poi le rifiuti – ululando purezza – dove forse avrebbe modo di incidere. Forse il successo di Renzi l’ha disconnesso. O forse ha voluto farci capire quant’è umano. Cedendo ad un istinto primordiale. Dopo quel pupo ingessato di Nigel, pranzare con la Vula dei Verdi è comunque un bel vedere.
digressione