In Ucraina esplode il gasdotto che porta il metano russo in Europa. Kiev: «Sabotaggio di Mosca per screditarci»
Un’esplosione ha danneggiato in Ucraina il gasdotto che porta il metano russo in Europa. Il governo di Kiev non ha escluso l’atto terroristico, puntando l’indice contro Mosca. «Vengono esaminate varie ipotesi, quella principale è che si tratti di un atto terroristico», ha scritto il ministro dell’Interno ucraino Arsen Avakov in una nota pubblicata sul sito del ministero.
«Secondo le testimonianze degli abitanti del luogo, poco prima dell’esplosione si sono uditi due forti botti, il che può far pensare a un atto premeditato», ha proseguito Avakov, parlando di «sabotaggio». Per il ministro ucraino, quanto accaduto al gasdotto «è un ennesimo tentativo della Russia di screditare l’Ucraina come partner nel settore del gas». L’esplosione è avvenuta nella regione di Poltava, dove non ci sono combattimenti. A essere colpito è stato il gasdotto Urengoy-Pomary-Uzhgorod che, costruito a metà anni ’80, porta il gas dalla Siberia occidentale alla Slovacchia. Sebbene la deflagrazione sia stata molto violenta e abbia prodotto fiamme di 200 metri, a una prima ricognizione non si sono registrate vittime, anche grazie al fatto che la zona è scarsamente abitata. Inoltre, secondo quanto riferito dall’operatore Eustream, non vi saranno conseguenze sul flusso del gas. L’esplosione è avvenuta all’indomani della chiusura dei rubinetti del gas russo per l’Ucraina e dello stop dei negoziati trilaterali, che vedevano l’Ue come mediatore. «Ci aspettiamo che l’Ucraina rispetti i suoi impegni per il transito del gas verso l’Ue così come ci aspettiamo che la Russia rispetti i suoi impegni per le forniture verso l’Ue», era stato l’appello, lanciato nella mattina, dalla portavoce del commissario Ue all’Energia, Guenther Oettinger.