Libri. La Roma dei Templari, l’editoria e l’immaginario, il calcio visto dalle donne e qualche domanda sulle scorie nel Mediterraneo
Il cavaliere templare che, proveniente da Gerusalemme, entrava nell’Urbe dalla via Tiburtina si trovava dinanzi un’antica porta di pietra che aveva scolpite due teste di toro; quella esterna, rivolta verso la campagna, era un lugubre teschio, mentre l’altra, prospiciente la città, raffigurava un animale vivo. Le due teste simboleggiavano i viandanti che giungevano nella Città Eterna: affamati e deperiti nell’entrarvi, rifocillati e vigorosi nel lasciarla. Come il leggendario ordine dei Templari ha incrociato la storia di Roma? Lo spiega Barbara Frale, medievista, accompagnandoci attraverso una serie di tappe significative. Come guida, avremo alcune figure illustri: Hugues de Payns e Jacques de Molay, il primo Maestro e l’ultimo, e fra loro san Bernardo di Clairvaux, il grande mistico del XII secolo che a buon diritto può essere considerato la colonna ideologica e spirituale del Tempio. (Barbara Frale, Andare per la Roma dei Templari, Il Mulino, pp. 128, euro 12)
Gian Carlo Ferretti e Giulia Iannuzzi ricostruiscono attraverso 45 profili un esaustivo panorama delle collane che hanno espresso il meglio dell’offerta letteraria nel nostro paese, dal Novecento a oggi. Dalle collane più celebri e ormai storiche – come Lo specchio e i Gialli di Mondadori, I coralli e I gettoni di Einaudi, I Narratori di Feltrinelli, la Biblioteca Adelphi, la BUR di Rizzoli – fino alle tendenze più recenti e innovative dell’editoria, Storie di uomini e libri ci accompagna in un percorso che fa comprendere le politiche, le pratiche, gli orientamenti delle case editrici che maggiormente hanno contribuito a plasmare la nostra identità culturale e il nostro immaginario collettivo. (Gian Carlo Ferretti-Giulia Iannuzzi, Storie di uomini e libri, Minimum fax, pp. 318, euro 13)
Nonostante sia spesso al centro di fatti di cronaca che spingerebbero al disamore, il calcio continua ad appassionare milioni di persone di tutte le età, di ogni classe sociale e di qualunque orientamento ideologico. Francesca Serafini – sceneggiatrice, linguista e tifosa di lungo corso – prova a domandarsi perché, in un libro in cui il calcio rappresenta soprattutto il punto di fuga per divagare sull’Italia degli ultimi vent’anni; sul suo linguaggio e sulle forme di intrattenimento dei nostri giorni, in un racconto che intreccia ricordi autobiografici, suggestioni letterarie e digressioni saggistiche su cinema, tv e altre più insolite fucine di occasioni di bellezza. E nel suo rotolare il pallone finisce per assumere le dimensioni di un macigno intenzionato a scagliarsi da un lato contro i luoghi comuni sul calcio e le donne; e dall’altro – non senza ironia – contro l’omologazione che minaccia le forme di narrazione contemporanee. (Francesca Serafini, Di calcio non si parla, Bompiani, pp. 144, euro 10)
“I nostri mari sono stati usati come discarica di ordigni nucleari e mai bonificati. Nella Penisola albergano centinaia di potenti ordigni (bombe, missili, mine) nucleari di proprietà degli Stati Uniti d’America. In caso di incidente, sabotaggio, bombardamento o altro, per l’Italia sarebbe la fine. Nei mari del giardino d’Europa transitano, attraccano, sostano e giocano alla guerra unità a propulsione ed armamento nucleare. L’Adriatico e il Tirreno sono stati trasformati segretamente dalle Forze Armate anglo-americane, in discariche di armi vietate dalle Convenzioni internazionali di Ginevra e di Parigi. In base ai resoconti dell’Alleanza atlantica, le stime istituzionali fanno riferimento a circa un milione di bombe eterogenee caricate con aggressivi chimici e nucleari”. Gianni Lannes vuole dirci con questa inchiesta di controinformazione che è un nostro diritto conoscere una situazione di cui si preferisce non parlare, eppure a spasso per il Mediterraneo troviamo diverse “Chernobyl galleggianti”: ad Augusta, Brindisi, Cagliari, Castellamare di Stabia, Gaeta, Livorno, Napoli, La Maddalena, Taranto, Trieste, Venezia e La Spezia. (Gianni Lannes, Italia Usa e getta, Arianna, euro 9,80)