Libri. Le lezioni su Montaigne, la compagnia dell’agnello, com’erano gli antichi a tavola, processo a una levatrice

7 Giu 2014 11:43 - di Redazione

Tradotto per Adelphi (da Giuseppe Girimonti Greco e Lorenza Di Lella) il bestseller del critico francese Antoine Compagnon, sbalorditivo caso editoriale in patria, che raccoglieva le sue seguitissime lezioni radiofoniche su Montaigne. Un fenomeno culturale di cui si è parlato anche in Italia. Per Alessandro Piperno Montaigne è apprezzato come scrittore “confidenziale” che invita al “distacco” senza la rinuncia alla felicità. Un modello di scetticismo fuori dal tempo per barcamenarsi in un presente nebbioso e pieno di dubbi. Un filosofo comprensivo che ci invita a preservare un “dietrobottega” che sarà il nostro esclusivo rifugio oltre i beni materiali. (Antoine Compagnon, Un’estate con Montaigne, Adelphi, pp. 136, euro 12)

Costanza Miriano regala ai suoi lettori un altro titolo che suona come un ossimoro rispetto alla mentalità contemporanea. Dopo Sposati e sii sottomessa e Sposala e muori per lei arriva Obbedire è meglio. Le regole della compagnia dell’agnello, nel quale intende esaltare la rivoluzione esistenziale operata dal cristianesimo come incontro con l’altro, cioè come amicizia. “Il libro – spiega l’autrice – parla della “compagnia dell’agnello”, cioè dell’amicizia cristiana. Per me vivere come Cristo significa vivere al meglio. Si può diventare agnelli solo con qualcuno che lo incarni, che lo segua e che ci faccia vedere che è possibile vivere così. Dio non ci ha consegnato delle regole da applicare da soli. Al contrario, si è fatto parte di me e di te, vive negli uomini che appartengono alla sua Chiesa con cui abbiamo necessità di bere, mangiare, ridere e piangere. È così che passa la paura”. Essere docili rispetto alla realtà, non ribellarsi al ruolo che ci è stato donato e non imposto, ecco il segreto della felicità dell’agnello… (Costanza Miriano, Obbedire è meglio, Sonzogno, pp.176, euro 15)

Come frequentare la cultura dei greci e dei romani, in un’epoca di polverizzate nozioni e di frantumate informazioni? Eva Cantarella isola in microracconti un mondo altrimenti confinato nei testi accademici: attinge al materiale immenso dei suoi studi e delle sue predilezioni per consegnarci il mosaico della vita degli antichi, con l’intento dichiarato di farceli sentire “nostri contemporanei”. Come vivevano, greci e romani, i sentimenti dentro e fuori la famiglia? Com’era organizzato l’istituto famigliare? A quali immagini affidavano la loro identità? La cucina andava di moda a Roma come da noi? Cantarella ci svela i più diversi aspetti della vita pubblica e privata nell’antichità classica: cibo e banchetti, bellezza e cura del corpo, giochi e sport, superstizione e magia, politica e diritto, nascita e morte. (Eva Cantarella, Perfino Catone scriveva ricette, Feltrinelli, pp.224, euro 16)

Sibyl  lavora come rispettata levatrice nello Stato del Vermont ma una notte di marzo si trova ad affrontare un travaglio complicato, mentre fuori una tempesta di neve impedisce sia di raggiungere l’ospedale che di chiamare i soccorsi. Nel giro di pochi istanti è costretta a fare scelte irreversibili che porteranno alla salvezza del bambino e alla morte della madre. È l’inizio di un doloroso percorso che la porterà davanti a un tribunale con l’accusa di omicidio che pesa addosso a una donna la cui vocazione è aiutare la vita. Una vicenda narrata dalla voce di Connie, la figlia adolescente di Sibyl che si confronta con gli inquietanti interrogativi sollevati via via che il caso di sua madre si sviluppa. (Chris Bohjalian, La levatrice, Elliot, pp. 320, euro 18,50)

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