Marino portato in trionfo al Gay Pride: «Non vedo l’ora di approvare le unioni civili»

7 Giu 2014 19:35 - di Guido Liberati

«Marino Marino Marino, mi voglio al più presto sposar…». Sulle note dell’antico brano di Rocco Granata il Gay Pride romano ha eletto la sua star. Il sindaco di Roma, che appena 24 ore prima era stato contestato dai suoi dipendenti comunali, ha trovato in questa occasione una platea osannante. Marino ha sfilato per le strade della Capitale dall’inizio alla fine in prima fila, fino all’arrivo ai Fori imperiali, lasciando la testa del corteo tra gli applausi. La comunità Lgbt (acronimo che accomuna lesbiche, transessuali e tutte le altre sfumature omosessuali) ha trovato un interlocutore istituzionale paragonabile, in quanto ad adesione culturale e politica, solo al governatore della Puglia, Nichi Vendola. Sfilando alla parata dell’orgoglio gay (a detta degli organizzatori c’erano circa duecentomila partecipanti) Marino ha sposato tutte le istanze, nell’attesa di sposare in Campidoglio le coppie gay. E pensare che quando c’era da difendere il diritto alla vita o quello delle famiglie, Marino non ha mai trovato il tempo per intervenire. Stavolta, invece, non ha esitato a salire sul carro (in tutti i sensi).  «Subito dopo il voto sul bilancio – ha annunciato il primo cittadino – calendarizzeremo in Consiglio comunale la delibera sulle unioni civili, ma non è sufficiente. Dobbiamo spingere sul Parlamento affinché l’Italia superi questa vergogna di essere rimasta indietro rispetto al resto dell’Unione Europea». Il sindaco Marino aveva preso l’impegno di istituire a Roma il registro delle unioni civili già in campagna elettorale ma per una serie di ritardi e polemiche anche all’interno delle forze della maggioranza che lo sostiene la delibera non è ancora approdata al voto dell’ assemblea capitolina. A chi gli chiedeva poi come sia lui il primo sindaco di Roma a partecipare a un Gay Pride dopo Francesco Rutelli ha osservato: «Io non faccio altro che testimoniare quello che penso. Io penso – ha aggiunto Marino – che debba essere rispettato l’amore e l’affetto di tutte le persone e credo che sia davvero un’onta per il nostro Paese essere rimasto così indietro rispetto al resto del Continente europeo». «Ma credo – ha continuato Marino – che con tutta la forza e l’energia di questa grande festa riusciremo a portare l’Italia ad avere per tutti gli stessi diritti». E magari per la comunità Lgbt pure qualcuno in più.

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