Papa Francesco il 13 settembre al Sacrario militare di Redipuglia per i caduti di tutte le guerre
Il sacrario militare di Redipuglia, dallo sloveno “sredij polije” ovvero “terra di mezzo”, è il più grande cimitero italiano della prima guerra mondiale e venne realizzato su progetto dell’architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni. Inaugurato nel 1938 vicino a Gorizia, custodisce le salme di centomila caduti della Grande Guerra. E il 13 settembre Redipuglia accoglierà Papa Francesco che pregherà per i “caduti di tutte le guerre”: in occasione del «centenario dell’inizio di quella enorme tragedia che è stata la Prima Guerra Mondiale», come lui stesso ha detto all’udienza con i carabinieri per i duecento anni dell’Arma. Della Prima guerra mondiale, ha detto, «ho sentito tante storie dolorose dalle labbra di mio nonno, che l’ha fatta sul Piave». Il sacrario monumentale, realizzato sulle pendici del Monte Sei Busi, cima aspramente contesa nella prima fase della Grande Guerra, si presenta come un immenso schieramento militare, realizzato in marmo bianco, con alla base la tomba del Duca d’Aosta, comandante della Terza Armata, cui fanno ala quelle dei suoi generali. Seguono disposte su ventidue gradoni le salme dei 39.857 caduti identificati. Lungo le immense gradinate che salgono verso la cima ci sono i nomi, ma a volte anche solo pochissimi dati, dei soldati caduti e sopra al loculo di ognuno la scritta, scolpita nel marmo e ripetuta centinaia di volte, “presente”. Nell’ultimo gradone, in due grandi tombe comuni ai lati della cappella votiva, riposano le salme di 60.330 Caduti Ignoti. Nella cappella e nelle due sale adiacenti sono custoditi oggetti personali dei soldati italiani ma anche di quelli austro-ungheresi. Il grande mausoleo venne realizzato di fronte al primo cimitero di guerra della Terza Armata sul Colle Sant’Elia che oggi è una sorta di museo all’aperto, noto come Parco della Rimembranza. Lungo il viale adornato da alti cipressi, segnano il cammino cippi in pietra carsica con riproduzioni dei cimeli e delle epigrafi che adornavano le tombe del primo sacrario. Sulla sommità del colle un frammento di colonna romana, proveniente dagli scavi di Aquileia, celebra la memoria dei caduti di tutte le guerre, “senza distinzione di tempi e di fortune”.