Pietà, dopo il “Salva Italia” e il “Cresci Italia” arriva lo «Sblocca Italia». Chi ci salverà?
Novembre 2011, do you remember? Evviva, si era aperta l’era salvifica di Mario Monti e le nuove tavole della legge si chiamavano e si evocavano in una bolla mediatica senza precedenti. Venne l’era del “Salva Italia”, del “Cresci-Italia” e poi del “Semplifica Italia”. Uno dietro l’altro i decreti montiani ripetuti come un mantra annunciavano una palingenesi economica dopo l’abisso in cui – raccontavano – ci aveva gettato il precedente governo Berlusconi. Tutti a a tirare un respiro di sollievo. Per un anno e tre mesi abbiamo sentito parlare incessantemente, di sacrifici, lacrime e sangue, credibilità internazionale, mercati, alta finanza, banche, tassazione. La retorica dell’effetto-annuncio aveva fatto credere che prima e dopo, i sacrifici sarebbero stati ricompensati con l’avvento dell’Età dell’Oro. Salva, cresci, semplifica, musica per chi si beveva la favoletta dello spread o brindava che non avremmo mai fatto la fine della Grecia, la fune che l’Uomo Nero rischiava di farci fare… Risultato: l’Europa continuava a bastonarci, l’Italia non cresceva e soprattutto non si semplificava, a dispetto di quell’abracadabra professorale. I fondamentali della nostra economia – come vengono definiti i parametri con cui si misura lo stato di salute di un Paese – non sono mai apparsi così deprimenti come nell’annus horribilis del 2012. Per questo ora che il premier Renzi ha ha usato il termine “Sblocca Italia” tocchiamo ferro ardentemente e adoperiamo tutti gli scongiuri possibili. Soprattutto vorremmo che qualcuno ci “salvasse” dall’ennesima presa in giro di un lessico stuccchevole, insopportabile e che porta anche un tantino sfiga. La presa in giro sì, siamo abituati, ma che almeno sia una presa in giro sostenibile per le nostre orecchie, per il nostro intelletto. Renzi ce lo deve. Stessa euforia mediatica, stesso effetto annuncio dell’era Monti, probabilmente stesso vuoto, stessi modestissimi risultati.
Per l’Italia è prevista una crescita dello 0,6/0,8. Accidenti. Il Portogallo che stava sotto un treno se ne aspetta una di 1,6. Dovremmo applaudire? All’epoca montiana si tentò di spiegare che le misure di austerità varate dal professore nel suo primo provvedimento, il «Salva Italia», avrebbero avuto effetti recessivi: ma intorno al governo tecnico si era creato un consenso talmente forte che poco importavano gli avvertimenti. Prevalse uno stato di afasia da parte di molti commentatori. Ora quella afasia sembra trasformata in sciocca euforia e tutti ad applaudire a sentir parlare Renzi di «Sblocca Italia». È la speranza, dicono, dove vai se non speri, se non sogni? Vero, ma quando dopo tanti “salva-tutto” non si è riusciti a influenzare l’andamento dell’economia reale, quando tutto va male, continua ad andare male, quando l’Ue ci richiama a nuovi sacrifici e la disoccupazione aumenta, a sentir parlare di «sblocca Italia» in un Paese che più bloccato non si può, viene da mandare più di un moccolo. In attesa che il sogno si trasformi un nuovo, probabile incubo.