Stamina, la morte della piccola Rita rischia di rinfocolare i conflitti
La morte della piccola Rita avrà conseguenze penali inevitabili. E i medici rischiano l’accusa di omicidio con dolo eventuale. L’affondo di Marino Andolina, vice presidente di Stamina Foundation, è dei più duri: «Rita aveva diritto alle cure, aveva un’ordinanza favorevole. Da Brescia dovranno rispondere ai giudici, prima che alla loro coscienza. Prima o poi qualche magistrato si arrabbierà. Ci saranno conseguenze penali inevitabili». Andolina è stato ascoltato nell’audizione della Commissione Sanità in Regione Lombardia. Commentando la notizia della morte di Rita L., la bambina di due anni e otto mesi di Modica affetta da malattia di Niemann Pick, deceduta, il vicepresidente di Stamina ha aggiunto: «Mi fidavo dei medici di Brescia, sono persone per bene, non posso credere che abbiano scritto quella lettera immonda. L’hanno firmata con la pistola puntata alla nuca, perché un dipendente pubblico deve fare quello che gli dice il suo superiore», Andolina, a margine dell’audizione, a proposito del rifiuto dei camici bianchi dell’ospedale lombardo di praticare le infusioni ha sottolineato che «Sono persone che ora rischiano un’accusa di omicidio con dolo eventuale, non di essere incriminati come me da Guariniello, ma di un crimine più serio». Per la piccola Rita il Tribunale del lavoro di Ragusa, infatti, una settimana fa aveva imposto agli Spedali Civili di Brescia di trovare un medico che potesse applicare il metodo di Vannoni. «Ho sentito il padre di Rita – ha spiegato Andolina – e mi ha detto di aver bisogno di qualche giorno per affrontare il lutto, perché la bambina ha anche sofferto. Ma lui mi ha detto che ricorrerà legalmente. Non gliela perdona. Non tanto per sua figlia che ormai è morta, ma per gli altri bambini. Perché dopo Rita ce ne saranno altri. Ci sarà un massacro di innocenti». È certo che adesso, con il decesso della piccola siciliana rinfocolerà polemiche e scambi di accuse.