Tra toghe e sinistra in carcere non ci va più nessuno. Rassegnatevi, così vuole il “vostro” Renzi

14 Giu 2014 16:27 - di Francesco Signoretta

Prima lo “svuotacarceri”, con i condannati rimessi in libertà. Poi la depenalizzazione della droga, con migliaia di piccoli spacciatori che escono dalle patrie galere. Nel mezzo, la cancellazione del reato di clandestinità, con l’arrivo di una massa incalcolabile di immigrati non sottoposti ad alcun controllo. E da cornice, alcune decisioni delle toghe che fanno quantomeno sorgere qualche perplessità. Un quadro che – da quando il centrosinistra è al governo – offre l’immagine di uno Stato che si arrende, uno schiaffo alla gente comune e un’offesa a chi è stato vittima di reati e a chi deve far fronte ogni giorno al dramma di un figlio tossicodipendente. Un prezzo pesantissimo pagato dagli italiani nella stagione degli show di Renzi e che non viene certo restituito dai famosi 80 euro che poi, a conti fatti, sono molto ma molto meno. Il governo ha dimostrato di non saper dare una soluzione al problema del sovraffollamento carcerario, prendendo la scorciatoia: celle aperte per tutti, indulti mascherati e coriandoli per i pregiudicati. In più ha fatto un deciso passo indietro nella repressione dello spaccio di droga a livello medio-basso, quello che avviene nelle strade e davanti alle scuole e che finisce direttamente nelle case delle famiglie. Tutto questo crea una massiccia caduta di credibilità delle istituzioni e la colpa è di una sinistra che cerca di tradurre qualsiasi problema in un tornaconto elettorale. Non minore è il problema delle toghe, con scelte che provocano la rabbiosa reazione dell’opinione pubblica. L’ultima è la vicenda del disoccupato marocchino che ha aggredito in modo brutale un veronese di 40 anni, massacrato a pugni nei pressi della stazione ferroviaria di Nogara: prima aveva dovuto subire il furto della mountain bike e poi pugni e schiaffi al viso, alla testa e allo stomaco, finendo in ospedale. La scena è stata ripresa anche dai filmati delle telecamere. Portato in caserma, il marocchino è stato subito liberato in attesa dell’udienza. Neppure un piccolo passaggio in cella. Normale la protesta popolare. Si è passati dalla forte richiesta della certezza della pena alla certezza che nessuno paga per i reati commessi. Il popolo del web ha risposto quasi con rassegnazione: «In galera non c’è più nessuno tranne Corona». Un modo ironico e amaro per denunciare una situazione gravissima, una situazione sulla quale è calato il silenzio dell’informazione sottomessa al nuovo salvatore della patria. Tutto fa spettacolo, nell’era di Renzi. Anche gli spacciatori che se la ridono, salutano e lasciano il carcere. Anche il marocchino che manda all’ospedale un quarantenne e se ne torna a casa. Caino non si tocca, Abele si metta pure l’anima in pace.

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