Vendola e la metafora animalista: «noi un’anguilla che sguscia dalle mani di Renzi»
D’accordo. Quando il 4 per cento alle europee l’hai acchiappato per il rotto della cuffia, puoi pure permetterti di esultare per lo scampato pericolo. E puoi perciò pure abbondare in metafore, cioè in figure retoriche. Quelle di cui, ad esempio, il Massimo Troisi indimenticato postino, s’invaghì nella finzione cinematografica della frequentazione isolana con il Neruda-Noiret. Solo che a uno come Nichi Vendola, può pure, nella trance oratoria, capitare di eccedere. E perciò prodursi in una contorta discettazione per spiegare alla sua assemblea nazionale il genere di rapporti che lui intende avere con quel birbantello di Renzi. State infatti a sentire fin dove il Vate di Terlizzi è riuscito a spingersi, rivolto alla platea che lo ascoltava dapprima rapita e poi attonita: «Non saremo mai uno scorpione sulle spalle del Pd – ha esclamato – e neppure un grillo parlante o un camaleonte…semmai saremo un’anguilla che sguscia dalle mani di Renzi!». Ora, con tutto il rispetto che si deve alla politica e ai suoi interpreti, è possibile che il presidente della regione Puglia non si sia sul momento reso conto della particolare «scivolosità» del suo intercalare. Ma siamo certi che alla lettura dei successivi lanci d’agenzia abbia anch’egli avuto un sobbalzo. O, forse, no. Forse non s’è preoccupato affatto. Forse s’è solo accarezzato con pollice e indice il mento e avrà sorriso al pensiero della faccia che l’altro, il Matteo di Palazzo Chigi avrebbe fatto. Perchè immaginare di vedersi sgusciare dalle mani tutta Sel, Vendola compreso, deve aver turbato, e non poco, Renzi. Ovviamente, con tutto il rispetto per gli animalisti e per la malcitata anguilla.