I sindaci Pd scoprono il problema “rom”: nella Stazione di Firenze compaiono le transenne per bloccarli
Chi ricorda un Nichi Vendola commosso che, a Milano, dopo la vittoria di Giuliano Pisapia, incoraggiava: «E ora abbracciamo i nostri fratelli rom?». Ecco, chi lo ricorda sappia che è un pezzo di una storia che si va estinguendo. A sinistra, ora, i “fratelli rom” li sgomberano tra le contestazioni, come avvenuto a Roma, o li mettono dietro alle transenne, come da qualche giorno avviene alla Stazione Santa Maria Novella di Firenze.
Certo, a prendere queste iniziative è la sinistra desinistrizzata del Pd, e non quella caritatevole di Laura Boldrini & co, ma la vicenda merita comunque menzione, anche perché non è passato poi così tanto tempo da quando una dirigente del Pd romano denunciava «le solite incredibili file di Rom» che votavano alle primarie per il sindaco vinte da Ignazio Marino. E ancora meno ne è passato da quando, ad aprile di quest’anno, il primo cittadino della Capitale ha emanato una circolare da cui bandiva il termine «nomadi» dagli atti del Comune per sostituirlo con la formula «rom, sinti e caminanti». Appena una settimana fa, invece, Marino si è messo a difendere lo sgombero del campo nomadi abusivo di Montesacro in nome del bene superiore della legalità. Più o meno lo stesso spirito del sindaco di Firenze Dario Nardella, che ha invocato il pungo di ferro contro gli sciami di rom alla Stazione Santa Maria Novella. «A che servono i nostri sforzi sulla città se vince il degrado nella stazione Santa Maria Novella? Siamo oltre il limite! Mercoledì ne parlerò all’ad di Fs», ha cinguettato qualche giorno fa il sindaco, dopo mesi di polemiche sulla presenza di bande organizzate di rom che prendevano di mira i viaggiatori. Detto fatto, Ferrovie dello Stato e la Questura di Firenze hanno provveduto a collocare transenne e agenti della Polizia ferroviaria in numero ingente. Non si passa se non si ha il biglietto, ma la misura rivela un animo un tantino classista: riguarda solo i binari dell’Alta velocità. Così i viaggiatori dei treni “di lusso” sono al riparo dal rischio borseggi e delle attenzioni indesiderate dei facchini abusivi, mentre i viaggiatori dei treni regionali, per lo più pendolari, vedono la loro situazione notevolmente peggiorata: ora le attenzioni non richieste dei rom si concentrano tutte su di loro.