Immigrazione, nuova tragedia nel Mare di Sicilia, 19 morti per asfissia su un barcone

19 Lug 2014 13:57 - di Gabriele Alberti

Nuova tragedia nel Canale di Sicilia. Un barcone con circa seicento migranti è stato intercettato a sud di Lampedusa. A bordo vi sarebbero almeno 18-19 persone morte, ma la cifra è in attesa di conferma. Un uomo è deceduto durante le operazioni di soccorso. Due profughi sono stati portati in ospedale a Palermo. I migranti sono stati soccorsi e tirati a bordo dai marinai di un mercantile dirottato nella zona. I migranti sarebbero morti nella stiva per le esalazioni prodotte dal motore del barcone. Le due persone in gravi condizioni saranno ricoverate nelle unità operative di Rianimazione del Civico di Palermo. Proprio mentre la terza carica dello Stato, la presidente della Camera Laura Boldrini minimizzava l’emergenza immigrazione pronunciando alla Camera un discorso demagogico, la realtà parla una lingua diversa, fatta di vite umane finite in tragedia. Attualmente le  salme rinvenute nella stiva sono state trasbordate su una motovedetta maltese che sta facendo rotta verso l’isola Stato. I migranti sarebbero morti per asfissia da monossido di carbonio.
L’sos era stato lanciato nella notte alle quattro. A raccoglierlo un mercantile che si è recato subito sul posto. L’equipaggio ha caricato i 600 passeggeri del barcone in difficoltà ma non aveva potuto trasbordare i morti in assenza delle condizioni di sicurezza. Attualmente il mercantile è ancora al largo di Lampedusa e ha lanciato l’allarme scorte: non hanno viveri e acqua a sufficienza per rifocillare tutti i migranti a bordo. Sul luogo anche gli uomini della Capitaneria di porto.«Il nostro obiettivo è utilizzare le caserme per l’accoglienza transitoria dei migranti. Pensiamo che  possa essere una strategia di supporto per fare in modo che gli immigrati trovino accoglienza e poi vadano via», ha detto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, all’Università di Messina in occasione di un convegno dell’ateneo peloritano per il 22esimo anniversario della strage di via D’Amelio. «Non dobbiamo tenerli qui – ha proseguito – perché la quasi totalità non vuole stare in Italia. Dobbiamo trovare il sistema per accoglierli in modo da evitare i morti. Stiamo facendo dei passi importanti nella Ue affinché nel Mediterraneo ci stia tutta l’Europa non solo l’Italia».

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