Liberati due dei tre tecnici rapiti in Libia: Vallisa ancora prigioniero
Sono liberi i due tecnici stranieri scomparsi sabato in Libia insieme con Marco Vallisa. Ne dà notizia la Farnesina aggiungendo che Petar Matic ed Emilio Gafuri sono attesi alla sede della Piacentini a Zuwara. Il nostro ministero degli Esteri sottolinea pure che «proseguono tutte le attività della Farnesina, insieme agli altri organi dello Stato, per arrivare quanto prima a una conclusione positiva della vicenda che riguarda il nostro connazionale». Vallisa, 53 anni, esperto di costruzioni impegnato in un cantiere della modenese Piacentini Costruzioni, è scomparso insieme con gli altri due colleghi, il bosniaco Petar Matic e il macedone Emilio Gafuri, nella città costiera di Zuwara, abitata in prevalenza da berberi. La Piacentini si occupa di trivellazioni, palificazioni e lavori edili che richiedono un’alta specializzazione. Secondo le prime ricostruzioni, la loro macchina è stata ritrovata con le chiavi inserite nel quadro, circostanza che rafforza la tesi del rapimento a scopo estorsivo. Il rapimento è avvenuto infatti nell’ovest del Paese, zona lontana dalla Cirenaica in cui si concentrano le forze “jihadiste”. La Libia, imprigionata nel caos dalla rivoluzione del 2011, sta diventando sempre più pericolosa per gli stranieri. La fondazione Icsa in particolare rileva che in tre anni l’indice di rischio per le imprese italiane presenti nel Paese nordafricano è aumentato passando da un valore percentuale basso a elevato, perché il «terrorismo jihadista sta orientando verso gli obiettivi economici occidentali gran parte delle sue azioni, cui l’Italia rimane particolarmente esposta». L’instabilità minaccia anche i nostri militari. I 28 addestratori italiani in servizio a Tripoli sono stati portati «per misura precauzionale» all’ambasciata italiana, dopo gli scontri scoppiati tra governativi e ribelli nella parte occidentale della capitale, dove si trovavano i loro alloggi.