Più vorace della Balena bianca: il Pd prepara la cannibalizzazione della Rai

3 Lug 2014 19:20 - di Guido Liberati

Con il suo 41% il Pd di Renzi assomiglia sempre di più alla mitica Balena bianca democristiana. Più fameliche delle correnti Dc, quelle del Pd hanno apparecchiato per una grande abbuffata dalle parti di viale Mazzini. Come riporta un’indiscrezione del quotidiano genovese Il Secolo XIX, lunedì scorso un gruppo di esponenti Pd si sono incontrati con il sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli, per fare il punto su viale Mazzini. Giacomelli, che è un fedelissimo del ministro della Cultura Dario Franceschini, ha esposto il piano di quello che si preannuncia come un grande assalto alla diligenza Rai. Al tavolo anche il presidente del Pd, Matteo Orfini e i due big del partito in Vigilanza Rai, Salvatore Margiotta e Vinicio Peluffo. Da una parte c’è il proclama riguardante la “rottamazione” di una parte dell’azienda di Stato. Nelle intenzioni annunciate dal premier, esigenze di razionalizzazione della spesa, con l’eventualità della cessione, in tempi rapidi, di una rete. L’ipotesi allo studio è appunto quella di una dieta per la Rai che possa iniziare in autunno con un’accelerazione sulla privatizzazione e sulla riduzione di direttori, di testate e, più in generale delle spese. Una dieta che, però, mal si concilia con gli appetiti delle correnti all’interno del Pd. A cominciare dalle richieste dei renziani. La testa del direttore generale Luigi Gubitosi viene data infatti tra quelle più a rischio. Il candidato più quotato in questi giorni è Antonio Campo dall’Orto, oggi nel Cda di Poste italiane, amico e sodale di Renzi. Ma è tutta l’azienda che rischia di essere cannibalizzata dagli uomini del Pd. Come ha denunciato Luca d’Alessandro, capogruppo di Forza Italia in Commissione di Vigilanza, mercoledì «la Rai ha deciso di far riaprire i battenti a una trasmissione già chiusa da alcune settimane, Porta a Porta, per intervistare, in uno speciale di mezz’ora, il presidente del Consiglio di ritorno da  Strasburgo. Che senso ha dal punto di vista giornalistico regalare al premier un’ennesima finestra, che arriva dopo un’intera giornata di interventi ripresi da tutte le testate nazionali e internazionali, conferenze stampa e interviste? Quanto costa ai contribuenti italiani questa operazione? Ma non era stato proprio Renzi a dire che anche l’azienda pubblica doveva fare spending review?». Rottamatore sì, ma con i soldi degli abbonati Rai.

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