Primarie di centrodestra in Calabria: Fitto sottoscrive l’appello di Fratelli d’Italia. Ma Alfano l’ha letto?
Raffaele Fitto è d’accordo. Ma non basta. L’europarlamentare di Forza Italia, portabandiera dello svecchiamento in casa azzurra, accoglie a braccia aperte l’appello di Giorgia Meloni per celebrare le primarie di coalizione del centrodestra in Calabria in vista delle regionali del prossimo autunno. «Lo sottoscrivo», ha twittato Fitto. Da Forza Italia, dunque, arriva la prima risposta all’invito rivolto dal leader di Fratelli d’Italia a tutte le forze di centrodestra affinché presentino i propri candidati alla presidenza della Regione Calabria, dopo le dimissione di Giuseppe Scopelliti. «L’urgenza di questo appello – ha spiegato la Meloni – è dettata da quanto previsto dalla legge elettorale regionale, che regola anche le primarie e stabilisce che il diritto di prendervi parte può essere esercitato entro venerdì 4 luglio. Per quella data Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale è intenzionata ad avanzare una propria candidatura, nella speranza che gli altri facciano altrettanto e che pure nel centrodestra si possa così finalmente celebrare questo momento di partecipazione popolare». Le primarie sono uno storico cavallo di battaglia di FdI, uno dei principali motivi di attrito con i vertici del Pdl. A questo punto è il Nuovo centrodestra a dover rompere gli indugi, ma finora Angelino Alfano è in tutt’altre faccende affaccendato.
Anche il centrosinistra, che celebrerà le primarie, è alle prese con le dispute interne che minano possibili discorsi unitari con il movimento Cinquestelle che si prepara alla sua prima consultazione regionale calabrese. Tra i tanti interrogativi anche quello sul modello di legge elettorale con cui andare al voto ma i quesiti più importanti riguardano i nomi. Se il centrodestra mettesse da parte il recente passato, operazione tutta in salita, i numeri parlano chiaro: l’assemblaggio attuale di sigle è avanti rispetto alla sinistra. In Forza Italia 2.0 scalpitano in tanti, nel Centrosinistra si tenderebbe a escludere candidati della “società civile”. La gestione della Regione Calabria, va detto, è missione da far tremare le vene ai polsi.