Putin in tour promozionale nel “cortile di casa” degli Usa: al via una sei giorni in America Latina
Vladimir Putin, prossimo ospite d’onore della finale dei Mondiali, gioca fuori casa: e in un ideale derby politico tra Cremlino e Casa Bianca, disputato su un terreno come quello dell’America Latina, notoriamente filo-statunitense, punta a portare a casa il risultato di una più stretta e operativa collaborazione con i Paesi del Brics. E, allora, l’obiettivo del presidente russo, che venerdì avvia una tournée diplomatica di sei giorni, nella quale visiterà Cuba, Brasile e Argentina, è quello di garantirsi appoggio politico e consolidamento dei rapporti diplomatici in quello che tradizionalmente viene considerato il “cortile di casa” degli Stati Uniti, in un momento di particolare tensione con Washington e i suoi alleati, a causa della crisi in Ucrania.
Durante il suo viaggio Putin incontrerà dunque l’ex presidente cubano Fidel Castro; assisterà in Brasile alla finale mondiale Argentina-Germania (la prossima Coppa del Mondo sarà ospitata dalla Russia), parteciperà al vertice del cosiddetto gruppo Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) a Fortaleza martedì prossimo, e avrà diverse riunioni in vista di accordi strategici, sopratutto nel settore dell’energia, con la presidente argentina Cristina Fernandez de Kirchner. Non solo: come annunciato dal consigliere diplomatico presidenziale Iuri Ushakov, con questa intensa sei giorni di Putin «la Russia intende suggerire diversi temi specifici da esaminare, ossia la formazione di un’associazione Brics dell’energia mirata a garantire proprio la sicurezza economica dei Paesi membri del Brics». «Nel quadro di questa associazione – ha quindi aggiunto Ushakov – sarebbero creati una banca di riserva dell’energia e un istituto per la politica energetica», ha concluso il diplomatico senza fornire ulteriori dettagli.
Più in generale, allora, in rotta con l’occidente dopo l’annessione della penisola di Crimea nel marzo scorso, il presidente russo in tour diplomatico auto-promozionale, vuole dunque sì stringere nuove alleanze ma, soprattutto, rilanciare attraverso nuove sinergie politiche e collaborazioni imprenditoriali, la posizione del suo paese in una regione dove i rapporti con gli Usa restano problematici: Cuba, malgrado gesti di distensione, resta oggetto di un embargo commerciale decennale da parte di Washington; l’Argentina è impegnata in un duro scontro con la giustizia di New York per la questione dei “tango bond” e il Brasile mantiene una certa distanza da Washington dopo le rivelazioni sullo spionaggio regionale americano nell’ambito dello scandalo del cosiddetto Datagate.