Riforme, Grasso si “indigna” e attacca le opposizioni. Crosetto rilancia: «Ora non ci resta che l’Aventino»

25 Lug 2014 16:07 - di Valeria Gelsi

«Non è questa l’immagine che la politica, e questa istituzione in particolare, deve dare al Paese». Nel corso della cerimonia del Ventaglio, Pietro Grasso ha voluto richiamare le forze politiche ad affrontare il tema della riforme con atteggiamento più istituzionale.

«Lo spettacolo offerto dal duro scontro politico di questi giorni mi ha molto addolorato e, in alcuni momenti, indignato», ha proseguito il presidente del Senato, all’indomani della giornata più dura, quella che si è conclusa con un corteo e un sit in sotto il Quirinale di un centinaio di parlamentari dell’opposizione. «La rappresentazione plastica del muro contro muro, dell’indisponibilità a sentire le ragioni dell’altra parte, le accuse, le iperboli e le provocazioni devono lasciare il posto al confronto e alla ricerca di soluzioni condivise. In una parola: al ritorno alla politica», ha esortato Grasso, negli stessi momenti in cui il premier Matteo Renzi era impegnato in uno scontro che di istituzionale non aveva nulla. A colpi di hashtag Renzi duellava con Grillo su twitter, di fatto spostando sui social network e sui toni da social network il terreno del dibattito. «Renzi ha fretta, bisogna cambiare la Costituzione entro l’8 agosto: avrà già dato la caparra per lettino e ombrellone», ha scritto Matteo Salvini, mentre Giorgia Meloni ha ripreso e modificato un hashtag di Renzi per spiegare che «quando dici che fai le riforme per gli italiani e invece gli italiani non conteranno più nulla #sidicesòla». Il premier aveva scritto #sidicesole, per replicare a Grillo che aveva parlato di un colpo di Stato da parte di Napolitano: «Caro Beppe, il tuo è un colpo di sole!».

Al di là dei botta e risposta su Twitter resta, però, la domanda di fondo sulla effettiva possibilità di confrontarsi politicamente sulle riforme. Una domanda che ormai sembra avere una risposta: no. Checché ne dica Grasso, infatti, il contingentamento dei tempi è stato accolto dall’opposizione come la pietra tombale su qualsiasi possibilità di dialogo, tanto che c’è chi, come Guido Crosetto, propone di «scegliere l’Aventino». «Restare in Senato allungherebbe solo i tempi di approvazione, ma non cambierebbe il risultato. Anzi, darebbe legittimità democratica a scelte che di democratico non hanno nulla. Si lasci totalmente la responsabilità di questo scempio a chi vorrà sostenerlo. Si lascino in Senato solo le persone che non hanno il coraggio di difendere la democrazia ed escano i giusti, in modo che la lista dei nemici del popolo sia chiara», ha chiesto il coordinatore nazionale di Fratelli d’Italia, rivolgendosi «con forza alla Lega Nord, al M5S, a SEL e alle donne e agli uomini liberi degli altri partiti».

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