Sbarchi a ripetizione: denunciati casi di malattie infettive. Toti: l’Europa invii le navi nel Mediterraneo

1 Lug 2014 12:24 - di Priscilla Del Ninno

Prosegue senza tregua l’ondata di flussi migratori che ha travolto le nostre coste. Gli sbarchi registrano ormai un’affluenza pari a migliaia di clandestini in arrivo incessante giorno dopo giorno. I centri d’accoglienza sono al collasso ormai da tempo. La solidarietà e la pazienza degli abitanti dei luoghi presi d’assalto, allo stremo delle forze. La cronaca degli approdi delle ultime ore, infatti, è speculare a quella di lunedì, e del giorno prima, e di quello prima ancora, e sarà pressoché identica a quella di domani e dopo. Così, se nel porto di Palermo è attraccata la nave mercantile Mar Atlantic, giunta prima a Trapani e poi dirottata su Palermo, battente bandiera delle isole Marshall, con 235 migranti soccorsi nel Canale di Sicilia (tra di loro anche 25 donne, una delle quali incinta, e quattro minori), la banchina del porto di Salerno è stata impegnata nelle operazioni di accoglienza dei profughi a bordo della nave rifornitrice Etna della Marina Militare italiana, che trasportava 1044 migranti soccorsi nel canale di Sicilia.

E ancora: costretta a causa della navigazione a rallentare per il mare forte e le cattive condizioni del motopesca, è previsto per le prossime ore, nel porto di Pozzallo, l’arrivo della nave Grecale, l’imbarcazione della Marina Militare con a bordo 566 migranti salvati in due interventi, e che ha a rimorchio il peschereccio sul quale ci sono i corpi di una trentina di vittime provenienti dall’Africa centrale. Ma già lunedì nel canale di Sicilia sono arrivati 353 dei circa 600 extracomunitari che erano sull’imbarcazione della tragedia, compresi molti bambini, alcuni dei quali neonati, e tante donne.

Motovedette della Gdf e della Capitaneria di porto hanno fatto la spola tra barconi in difficoltà in mare aperto e il porto. Imponenti servizi d’ordine predisposti dalle prefetture tra uomini della Polizia di Stato, Carabinieri, Esercito, Capitaneria di Porto e Protezione Civile impegnati nelle operazioni di salvataggio e di sbarco. Le complicate fasi del riconoscimento e dei successivi controlli sanitari, quindi il trasferimento a bordo di pullman in direzione delle località di destinazione. Insomma, un dispiego di forze in campo, di energie organizzative e di risorse economiche faticosamente a carico dell’Italia, abbandonata dall’Europa nella gestione di quella è diventata ormai un’invasione ininterrotta di folle oceaniche di disperati. Un esodo biblico di migranti in fuga da guerre, fame e persecuzione, su cui sono aperte diverse inchieste nelle varie Procure cittadine interessate dagli sbarchi: il tragico bollettino, relativo solo alle ultime 48 ore, indica la cifra record di oltre 5000 immigrati soccorsi, di 30 morti recuperati nella stiva di un peschereccio, e di svariati casi di sospette malattie infettive. E, se tra i clandestini sbarcati dalla nave Etna della Marina Militare nel porto di Salerno sono stati riscontrati 85 casi di scabbia, tra i migranti posti in salvo dalla nave della Marina Militare Orione è stato registrato un caso di varicella (che inizialmente si temeva fosse vaiolo), a dimostrazione che con disperazione (e criminalità) sbarcano sulle nostre coste malattie – e virus mutati – che da noi si consideravano debellate da tempo.

Un problema di controllo e di argine, quello dell’invasione di immigrati, che ormai va ben oltre il confine dell’emergenza umanitaria, e su cui tra gli altri si è espresso in queste ore dallo studio di Agorà il consigliere politico di Forza Italia Giovani Toti. Il quale, ai microfoni di Raitre ha dichiarato: «C’è un problema dell’Italia lasciata sola da questa Europa ad affrontare un’emergenza enorme che grava solo sulle nostre spalle. Spererei in un aiuto anche pratico, fisico, di unità navali degli Stati europei a pattugliare il Mediterraneo insieme alle nostre». Un altra richiesta d’aiuto che ci sia augura non finisca come le altre: un goccia persa nel mare inascoltato degli appelli italiani indirizzati a Bruxelles.

 

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