«Sguinzaglierò i miei uomini a stuprare le mogli dei miei avversari». Questi i politici dell’India…
È la politica indiana, signori. È la politica che da mesi dibatte sul futuro dei Marò, chi li vuole far marcire nelle patrie galere e chi li vuole spedire nei gulag. È la politica che, in campagna elettorale, si è arrogata il diritto di mettere in stand by la vicenda dei nostri militari, come se fossero burattini da conservare in soffitta per un pugno di voti. È la politica che non si scandalizza delle minacce e delle aggressioni, provenienti da una parte e dall’altra degli schieramenti, manco fossero nell’arena delle corride. Di contorno, ogni giorno la stampa dà notizie di violenze sulle donne, anche in luoghi pubblici. Ora ne spunta un’altra: i media indiani riferiscono di un politico, filmato con il cellulare durante un suo comizio, che ha minacciato lo stupro delle mogli dei suoi rivali. Il parlamentare, che si chiama Tapas Pal e appartiene a un partito regionale del West Bengala, ha detto che «se il partito comunista marxista Cpim cerca di uccidere o intimidire i nostri sostenitori, sguinzaglierò i miei uomini a stuprare le loro mogli». La scioccante dichiarazione, che risale a fine maggio, ma emersa solo recentemente in un video, ha sollevato un coro di voci di condanna anche da parte del suo partito, il Trinamul Congress, quarta formazione politica in Parlamento e al potere nello stato di Calcutta. Molti hanno chiesto le sue dimissioni e perfino la moglie si è scusata per lui dicendo di vergognarsi di quello che ha detto. Il deputato, che è stato un attore nel cinema bengalese, ha però smentito di aver pronunciato la parola “rape” (stupro). «Ho detto “raid“ e non “rape“ ha dichiarato alla televisione Cnn-Ibn che lo ha intervistato. Dopo il caso di Nirbhaya, la studentessa di New Delhi stuprata a morte su un autobus nel dicembre 2012, in India è emerso un vasto dibattito sulla violenza contro donne e la prevalente mentalità patriarcale.