Dati choc su disoccupazione e prezzi: persi mille posti di lavoro al giorno, deflazione come 55 anni fa

29 Ago 2014 11:42 - di Luca Maurelli

Cinque mesi di promesse, per poi tornare al drammatico dato di partenza di aprile 2014: mille posti di lavoro in meno al giorno. In mezzo, tra le due sponde del baratro, l’avvento del premier Renzi, lo scippo delle redini del governo a Letta, le accuse di immobilismo, l’annuncio di riforme mai viste, la mancia degli euro in busta paga e tante chiacchiere, tweet e selfie. Tanto parlare per nulla: oggi siamo messi peggio di quando stavamo male.

L’Istat ci fornisce un quadro drammatico della situazione occupazionale in Italia, quello di un Paese alla canna del gas su cui Renzi aveva costruito la propria ascesa politica, con ribaltoni interni al Pd e spericolate manovre di presa del Palazzo. Nel giorno in cui giornali autorevoli come l’Economist sfottono il nostro presidente del Consiglio ritraendolo su una barca che fa acqua col gelatino in mano (foto in alto), l’Istituto di statistisca certifica che la disoccupazione a luglio balza al 12,6%, in rialzo di 0,3 punti percentuali su giugno e di 0,5 punti su base annua. Viene così cancellata la flessione del mese precedente, con il tasso che si riporta ai livelli di maggio, appena sotto i massimi storici. In Italia i disoccupati sono 3 milioni e 220mila, in aumento del 2,2% rispetto a giugno (+69mila) e del 4,6% su anno (+143mila). Preoccupante anche il dato degli occupati, che a luglio scendono dello 0,2% rispetto a giugno, in calo di 35 mila unità: è come se si fossero persi più di mille occupati al giorno mentre timidi segnali positivi arrivano solo dalla disoccupazione giovanile della fascia 15-24 anni, in calo di 0,8 punti percentuali su base mensile. Altro dato significativo: aumenta l’occupazione, ma solo per gli stranieri (+91.000 unità).

In più, secondo l’Istat, l’Italia è entrata ufficialmennte nella spirale della deflazione dopo oltre 50 anni, cioè dal settembre del 1959, ma allora il Pil volava, oggi è di segno negativo. Ad agosto l’indice dei prezzi al consumo ha segnato un calo dello 0,1% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Deflazione, uguale: prezzi che calano perché nessuno acquista, perché non ha i soldi. Deflazione, uguale: il peggior nemico dell’Eurozona e l’incubo della Merkel e di Draghi, per intenderci. Un quadro esplosivo, più che allarmante.

Il commento di Renzi, però, è categorico e denota la volontà di dare una sterzata: «È un dato sconvolgente — ha detto — In un anno si sono persi mille posti di lavoro al giorno. Ci sono dei segnali di ripresa ma non sono sufficienti, l’Italia può ripartire, ma c’è bisogno di correre. Vedrete come tornerà sotto doppia cifra la disoccupazione. È un obiettivo che possiamo raggiungere». Dchiarazioni rilasciate nell’aprile 2014: primo aprile, guarda caso.

 

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