La Concordia restituisce un teschio. Ma servirà il dna per capire se sia di Russel Rebello
Nel secondo giorno di lavori, a bordo della concordia è stato ritrovato un teschio. Potrebbe essere tanto di Russel Rebello, la vittima del naufragio di cui non è mai stato trovato il corpo, quanto di Maria Grazia Trecarichi, la vittima siciliana i cui resti furono ritrovati mesi fa. Del ritrovamento i vigili del fuoco hanno informato il magistrato di turno della procura di Genova, Federico Manotti, che ne ha disposto il sequestro per individuare il dna e stabilire a chi appartiene. A ritrovare i resti sul Ponte 3 sono stati i sommozzatori dei Vigili del fuoco, mentre è stata la Protezione civile a chiarire che l’identificazione sarà possibile solo dopo i necessarie esami. «A breve inizieranno le attività di repertazione e le analisi il cui esito si attende per i prossimi giorni», ha fatto sapere la struttura del commissario Franco Gabrielli, spiegando anche che del ritrovamento sono stati informati sia i familiari di Rebello sia della Trecarichi, proprio perché «non si può escludere che i resti possano appartenere a lei». Dunque, non si può ancora considerare chiuso il capitolo del recupero di Rebello, il cameriere-eroe indiano morto mentre cercava di aiutare gli altri naufraghi, al quale il fratello Kevin spera ancora di poter dare degna sepoltura. A conclusione della prima giornata di lavori, che si era risolta con un nulla di fatto, l’ammiraglio Vincenzo Melone, il comandante della Capitaneria di porto di Genova al quale è affidato il compito delle ricerche, aveva comunque spiegato che «cercheremo Russel per tutto il mese di agosto e fino a che sarà possibile, con uomini vestiti come palombari per evitare contaminazioni».