La “Totòtruffa” delle benedizioni papali: in 114 si ritrovano in mano una patacca pagata a peso d’oro
In tempi di crisi la fantasia può fare la differenza. Il comico napoletano Totò cercava di appioppare ai turisti la Fontana di Trevi. Tutto per raggranellare qualche soldo. Ma le stagioni cambiano e anche la fantasia deve ingranare la marcia per stare al passo coi tempi. Sarà per questo che un napoletano, ex-sottufficiale della Capitaneria di Porto di Genova, ha pensato di adattare la lezione del suo conterraneo Totò ai tempi odierni. In fin dei conti, avrà pensato, con Papa Francesco al potere oggi tutto è possibile. Una telefonata del Pontefice oggi non si nega a nessuno. Figuriamoci una benedizione. Ecco l’idea: acquistare benedizioni – naturalmente fasulle – del Papa per rivenderle al miglior offerente.
Dall’idea all’azione il passo è stato breve.
L’ex-sottufficiale ha iniziato spacciandosi per cappellano militare. A dimostrazione che l’abito può fare anche il monaco gli si sono spalancate in men che non si dica tutte le porte e perfino i portoni di bronzo. Fatto sta che qualcuno ci è caduto.
Da “cappellano militare” il geniale napoletano ha ordinato in Vaticano ben 114 benedizioni papali da destinare ad altrettanti vanitosi militari della guardia Costiera del Tigullio, di Genova e del capoluogo campano. Il tutto con tanto di pergamena ad attestare che la benedizione arrivava proprio da Oltretevere. Ora, non c’è dubbio che l’ex-sottufficiale l’abbia fatta grossa. Ma certamente ha avuto buon gioco a far leva, come sempre accade in questi casi, sulla stupida vanità della gente. C’è da immaginarsela la scena, i passaparola fra i militari della Liguria e del capoluogo campano per “conquistarsi” l’ambita benedizione. In fin dei conti bastava solo scucire qualche soldo a quel “cappellano militare” che, con le sue altolocate conoscenze, era riuscito, chissà come a farsi firmare quella “specialissima” benedizione papale…
Ma, come si suol dire – e qui è più legittimo che mai – il diavolo fa le pentole, non i coperchi. Cosicché la Gendarmeria vaticana, insospettita per tutto quell’attivismo di quel volenteroso “cappellano militare” divenuto, in breve tempo, una specie di catena di montaggio delle benedizioni papali, ha deciso di vederci chiaro. E si è presentata dal vero cappellano militare, Monsignor Luigi Molinari, chiedendogli conto di quello “stock” di benedizioni così elevato che lui aveva chiesto insistentemente al Vaticano. Apriti cielo. Il Monsignore è letteralmente caduto dalle nuvole. Mai firmate le richieste per tutte quelle benedizioni papali. Da lì il passo degli investigatori è stato breve. Il vero cappellano si è presentato in Procura a Genova e, con l’aiuto della guardia di Finanza, si è presto arrivati a capire cos’era successo. C’è voluto poco per arrivare all’intraprendente napoletano. Che ora è indagato per falso e sostituzione di persona. A lui toccherà una condanna. Ma forse la condanna peggiore è quella di chi ha scucito un bel po’ di soldi per potersi vantare con amici e familiari di aver avuto quella “speciale” benedizione papale. Che ora, scopre, è solo una patacca. Come direbbe il Diavolo, che in questa storia che odora di santità ci sta come il cacio sui maccheroni, sono finiti cornuti e mazziati.