Le docce gelate? No, «il cristiano sa dare in silenzio». Il Papa va oltre l’apparenza

23 Ago 2014 17:43 - di Redazione

Meno presenze politiche del solito e molti testimoni della fede. Così si preannuncia la 35.ma edizione del Meeting che in apertura ha una testimonianza dalla martoriata Terra Santa, quella del Custode francescano, padre Pierbattista Pizzaballa. Il Papa ha mandato un messaggio ma a sorpresa ha anche lanciato anche un tweet: «Un cristiano sa dare. La sua vita è piena di atti generosi, ma nascosti, verso il prossimo». Una risposta – ci si chiedono in molti in queste ore sul web – a chi lo vorrebbe tirare in mezzo alla giostra delle docce gelate?

Una Chiesa «in uscita», che consideri le periferie non solo dei luoghi geografici ma anche delle persone. Cristiani che «non hanno paura di decentrarsi», capaci di «non perdere mai il contatto con la realtà» e di «ritornare all’essenziale», che è il Vangelo di Cristo. È quanto ha scritto il Papa scrive agli organizzatori del Meeting di Cl, per tornare a ribadire che la Chiesa deve uscire da sé stessa. E il tema delle “periferie”, tanto caro a Papa Francesco, è proprio quello scelto quest’anno dalla kermesse di Rimini, alla sua 35.ma edizione. Ma il Papa ha lanciato anche un avvertimento: con l’ossessione per il denaro, il potere e il successo si rischia la tristezza e i cristiani non sono immuni da questo pericolo. «Gli uomini e le donne del nostro tempo – ha detto Papa Francesco nel messaggio inviato per il Meeting al vescovo di Rimini, mons. Francesco Lambiasi, attraverso il segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin – corrono il grande rischio di vivere una tristezza individualista, isolata anche in mezzo a una quantità di beni di consumo, dai quali comunque tanti restano esclusi. Spesso prevalgono stili di vita che inducono a porre la propria speranza in sicurezze economiche o nel potere o nel successo puramente terreno. Anche i cristiani – ha avvertito Papa Bergoglio – corrono questo rischio». E allora occorre tornare all’«essenziale», al Vangelo, contrapponendosi alla «cultura dominante» fondata sull’apparenza, sulla superficialità e «su ciò che è provvisorio».

«I problemi più gravi, infatti, sorgono quando il messaggio cristiano viene identificato con aspetti secondari – ha detto il Papa al movimento ecclesiale nato con don Luigi Giussani – che non esprimono il cuore dell’annuncio. In un mondo nel quale, dopo duemila anni, Gesù è tornato ad essere uno sconosciuto in tanti Paesi anche dell’Occidente». E allora il Papa ha augurato a coloro che in questi giorni si recheranno alla Fiera di Rimini di «rivivere l’esperienza dei primi discepoli di Gesù, i quali incontrandolo sulla riva del Giordano, si sentirono domandare: Che cosa cercate?».

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