Libia, il centrodestra: «Il governo italiano si svegli, l’inferno è a un passo dalle nostre coste»
Ormai il fallimento occidentale anche in Libia è sotto gli occhi di tutti: il Paese è un ricettacolo di terroristi islamici, i migranti hanno ripreso a venire in Italia a migliaia, lo Stato di fatto non c’è più, le bande armate terrorizzano la popolazione. Il presidente di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale, Giorgia Meloni a questo proposito ha puntato l’indice contro il nostro governo: «Reputiamo che il governo italiano, che sulle questioni importanti arriva sempre in drammatico ritardo, stia seriamente sottovalutato il mutare della situazione in Libia, che oggi è di fatto nelle mani degli integralisti. Vista la vicinanza geografica con la Libia, un governo serio si preoccuperebbe di mettere le navi della sua marina militare a sorvegliare le proprie acque territoriali e i confini nazionali piuttosto che chiedersi chi debba pagare il costo del servizio-traghetto tra Nord Africa e Italia, perché in questo consiste la fallimentare e disastrosa operazione Mare nostrum». E poche ore fa sul Mattinale c’era un’analoga considerazione: «Primavera araba. Aveva ragione Berlusconi a diffidarne e a preferire Mubarak, con tutti i suoi difetti. Ora Obama ci ripensa, dopo anni di fiaschi, coccolando gli estremisti nell’illusione bastasse l’eliminazione fisica di Osama Bin Laden per spegnere le fiamme. Ha sottovalutato la potenza ideologica e la capacità mimetica di questa malattia mortale della libertà, trovandosi alleato con una Europa cieca e piegata ai deliri di onnipotenza di Sarkozy e con un Regno Unito in politica estera prono a Washington. Tutto questo ha favorito la destabilizzazione dell’area mediterranea». Così prosegue la nota politica redatta dallo staff del gruppo Forza Italia della Camera: «Libia, piattaforma di morte e missili. Aveva ragione Berlusconi a stringere un patto con Gheddafi, che garantiva repressione di al Qaeda e frange varie, controllo delle coste, rifornimenti energetici. La strana ferocia di Sarkozy l’ebbe vinta, con Berlusconi che votò no. Ora la Libia è un alveare di terroristi islamici. L’industria principale non sono i pozzi, ma la carenatura di barconi, per l’industria che dà soldi al terrorismo e carne al mercato di schiavi», si legge ancora. «Mare nostrum. Aveva ragione Berlusconi», insiste Il Mattinale definendolo «un disastro a fin di bene, che è la specie di disastri peggiore. Gli accordi con la Libia e gli Stati africani rivieraschi erano la strada per impedire tragedie senza abbandonare quelli che sono davvero perseguitati, consentendo agli uffici Onu di individuare chi avesse diritto al soccorso». Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri si chiede nuovamente perché la «Commissione Ue non fa qualcosa per impedire che i trafficanti di clandestini continuino ad arricchirsi sfruttando la miseria e la disperazione di tanta gente? La verità è che l’Europa sul fronte immigrazione è sempre stata vile. E ha lasciato l’Italia da sola a fronteggiare un’emergenza che sta assumendo dimensioni bibliche. Il nostro governo, poi, si mostra assolutamente impotente e incapace di prendere decisioni. Intanto in Libia continua la guerra civile, si sta affermando un califfato e la stessa conquista dell’aeroporto di Tripoli dimostra ancora di più quanto fu sbagliata la guerra che portò alla destituzione di Gheddafi e che solo Berlusconi cercò di contrastare. La questione libica va affrontata in Parlamento e subito. Ma questa volta pretendiamo risposte chiare e decisioni immediate», ha spiegato ancora Gasparri. Per il deputato Ncd Alessandro Pagano «alle porte di casa nostra, di là del Mediterraneo il califfato islamico si sta ramificando minacciosamente dal Medioriente. Adesso non sono ammessi tentennamenti, né ritardi. Ci sono tante cellule terroristiche dormienti in tutta Europa – conclude Pagano- un percorso, un filo conduttore che anima il Califfato con vista sul Mediterraneo. È uno scenario che dobbiamo assolutamente scongiurare. L’Ue e le comunità internazionali si sveglino, presto».