Quanto costa Giannini a Ballarò? L’Usigrai chiede il conto e accusa: «Mortificati i 1700 giornalisti interni»
Levata di scudi in Rai contro il direttore generale Luigi Gubitosi e la decisione di chiamare il vicedirettore di Repubblica, Massimo Giannini, alla conduzione di Ballarò. «Siamo alla spending review a giorni alterni. O più probabilmente agli spot personali quotidiani», si legge in un comunicato dell’Usigrai, il sindacato dei giornalisti dell’azienda, che sottolinea che «l’ennesima chiamata di un giornalista esterno è uno schiaffo dato a 1700 giornalisti Rai. E anche alla tanto decantata revisione della spesa». L’esecutivo del sindacato, quindi, chiede di conoscere «con massima trasparenza» i contenuti del contratto siglato con Giannini, invocando una Rai che sia «una casa di vetro». «E già che c’è – si legge ancora nella nota – (Gubitosi,ndr) dica quanti giornalisti esterni, compresi i pensionati di altre aziende, sono contrattualizzati con le testate e le reti Rai, e quanto costano ai cittadini». Della chiamata di Giannini alla conduzione di Ballarò dopo l’uscita di Giovanni Floris si sa ormai da settimane, ma solo in queste ore è iniziata a circolare la notizia secondo cui sarebbe stato formalizzato il passaggio del giornalista dal gruppo L’Espresso alla Rai, tanto che c’è anche una data di inizio della trasmissione: il 16 settembre. Secondo le prime indiscrezioni, Giannini dovrebbe firmare per un anno, durante il quale sarà in aspettativa da Repubblica, ma potrà poi essere confermato nel caso di riscontri di pubblico positivi. Un passaggio che avviene mentre in Rai va avanti quel processo di riforma che, secondo l’Usigrai, non è accompagnato dalla dovuta attenzione nei confronti delle professionalità interne. «Ieri – ha spiegato ancora il sindacato – il dg ha inviato a tutti i dipendenti della Rai una versione decurtata delle linee guida di riforma, invitandoli a mandare suggerimenti via mail: metodi acquisiti in aziende private, dove è cresciuto professionalmente, per lacerare le relazioni sindacali. Con l’obiettivo di far saltare una riforma indispensabile e che l’Usigrai chiede da anni, ma che il dg evidentemente sventola solo come sua operazione di immagine». Per il sindacato, infatti, «l’ascolto e il rispetto non sono una mail aperta (tanto poi decide il capo), l’ascolto e il rispetto partono dalla valorizzazione delle risorse interne. Ancora una volta mortificate. Ecco perché una mail a quell’indirizzo noi la invieremo: il dg vuole suggerimenti per la riforma della Rai? Ecco il nostro: “Basta con gli esterni. Valorizzare le risorse interne. Ecco la spending review”».