Renzi pensa positivo: l’economia crolla? Un’ottima occasione per andare avanti. E s’aggrappa al Cavaliere
Viene da pensare a Ridolini. Ogni giorno una gag diversa (ma purtroppo non è muto come il grande attore statunitense), Renzi corre, lui però sempre all’insegna dell’ottimismo che rasenta il grottesco di fronte alla prospettiva del default alle porte. «Vado avanti – ha detto il premier – adesso serve coraggio». Avanti tutta con l’aiuto di Berlusconi mentre l’Italia torna nella morsa della recessione, il Pil tocca la soglia peggiore degli ultimi 14 anni e Piazza Affari brucia 12,8 miliardi di euro. «Il calo del Pil non va letto come una bocciatura – dice in una lunga intervista al direttore del Messaggero – e bisognerà lavorare di più, trasformando questo numero in occasione per accelerare sulle riforme, niente manovra e ora cinque riforme…». Difficile credergli, difficile pensare che dopo l’estate gli italiani non dovranno affrontare la tagliola di un’altra manovra per sostenere i conti ormai incontrollabili e il rispetto del fiscal compcat che ci impone un’Europa matrigna. Gli italiani – insiste bladanzoso – possono anche smettere di fidarsi dell’esecutivo «ma quello di cui non possono accusarci è la mancanza di chiarezza». La scommessa è sempre la stessa, ripetuta come una cantilena: cambiare le regole del gioco, Costituzione e legge elettorale. Avere un profilo più marcatamente mediterraneo e africano nella politica estera. E, per finire, un grande investimento su cultura ed educazione. Questi i cinque punti qualificanti della ricetta renziana che ricalcano l’antica “rivoluzione” berlusconiana. La pensa così un azzurro doc come Augusto Minzolini: «Se andiamo a vedere l’elenco delle proposte di Renzi, noteremo che riprendono molto dell’agenda di Berlusconi. Il problema è come vengono attuate». O c’è l’ipotesi di un governo in cui ci stanno tutti, oppure dobbiamo fare la nostra opposizione sui contenuti. Deve essere chiaro che deve essere Renzi a venire sulle posizioni di Forza Italia e di quella che è stata la cultura del centrodestra». Il patto bis del Nazareno finora sembra tenere e il Cavaliere è tornato a rincuorare l’amico-avversario Matteo, per il quale nutre una simpatia empatica, ma è l0 stesso Renzi ora a mettere le mani avanti convinto che in materia economica non avrà il via libera di Berlusconi (deve accontentarsi dell’appoggio sulle riforme costituzionali).
Sulla rete intanto cresce l’ironia sull’ottimismo di Renzi, dietro l’hastag #lavoltabuona per dire la verità è una pioggia di commenti: “Il calo del Pil è un po’ colpa degli altri (crisi internazionali)… e un po’ colpa dei cialtroni arricchiti con gli 80 euri di Renzi che invece di spenderli se li son tenuti…”, dice Luca. Per Giorgia Meloni c’è il timore – come scrive su Twitter – «che tra le slide di Renzi non vedremo il grafico sull’andamento del Pil». È surreale – dice il leader di Fratelli d’Italia – che, invece di occuparsi dell’emergenza economica, il premier trovi il tempo di parlare di legge elettorale».