Stop alle sceneggiate, il centrodestra attacca: «Governo fallimentare, racconta solo frottole»
Matteo Renzi è il premier delle promesse e dei tweet. Anzi: il premier delle promesse pubblicizzate in un tweet. Degli annunci propaganda e delle riforme spot. E sì che di criticità da risolvere e di soluzioni ai problemi esistenti, in circa sei mesi di governo, ne ha elencate tante. Eppure, dall’immigrazione ai Marò, passando per disoccupazione e pressione fiscale, le questioni insolute – e semmai tamponate con rimedi posticci – di cui ha annunciato prospettive e risposte, sono ancora tutte in agenda. «Per una volta – ha detto Fabio Rampelli, capogruppo di Fratelli d’Italia-An – siamo d’accordo con l’ex premier Monti: da Renzi tante parole e niente fatti. Bravo imbonitore, bravo motivatore, ma pessimo amministratore delegato dell’azienda Italia». «E la gestione fallimentare dell’emergenza migratoria – ha aggiunto – è l’emblema di questo disastro, cui si sommano le criticità dello stallo economico e della crescita, la tassazione sulla casa e sulle aziende, l’inconsistenza del peso internazionale. Si vedano – ha quindi concluso Rampelli – la vicenda Marò, il ritardo nella nomina della Mogherini, il mancato coinvolgimento nella riunione sulla crisi ucraina, l’inesistente ruolo nei conflitti mediorientali, e in particolare nel caos libico».
Un elenco di flop – o meglio – di promesse disattese e di obiettivi mancati, che letto tutto d’un fiato lascia senza respiro per qualche secondo. E menomale che in uno dei suoi ultimi tweet di commiato dall’estate il premier ottimisticamente postava: #Italia riparte#Ciao vacanze”, con buona pace del rendiconto Istat che solo qualche ora prima stigmatizzava con matematica certezza, a suon di percentuali e raffronti, il terzo calo consecutivo dell’indice di fiducia dei consumatori…
«Non vedo la contraddizione», ha sostenuto allora il deputato di Forza Italia Pietro Laffranco. «L’economia non accenna a riprendere; la produzione industriale non riesce a ripartire, la disoccupazione non diminuisce, le riforme sono tutte appese. E proprio perché Renzi è consapevole di tutto ciò, che punta tutto su misure spot e annunci a effetto. E di promesse non mantenute c’è solo l’imbarazzo della scelta», ha proseguito l’esponente azzurro, che poi, tra il serio e il faceto, ha aggiunto: «Renzi è un grande comunicatore, in questo non dissimile da altri prdecessori: ma c’è una differenza enorme tra quanto va dicendo e quanto sta effettivamente facendo. Nel senso che, 80 euro a parte – che per ora esistono, è vero, anche se solo per una minima parte degli italiani – per il resto siamo nell’ambito delle chiacchiere. Faccio un esempio: la riforma della pubblica amministrazione è una bufala e il premier, che ne è perfettamente consapevole, propaganda il taglio dei permessi sindacali, che sono una frazione del totale ben più complesso, e che non possono di certo esaurire la materia della riforma tutta».
E la stessa cosa potrebbe valere anche per l’annuncio dell’assunzione in blocco degli insegnanti precari? «Qui, poi, siamo addirittura nel campo delle chiacchiere, prima ancora che delle promesse. Li assume? E con quali soldi? Certo vedremo i provvedimenti, ma resto comunque molto dubbioso. D’altro canto anche lo «Sblocca-Italia” prevedeva il ricorso a non so quanti miliardi, e poi si è scoperto che non c’è un euro»…
E sull’immigrazione? «Lì, poi, non è più nemmeno un problema di promesse, ma di errori catastrofici commessi da parte di Renzi e, in questo caso, anche di Letta e di Alfano, visto che l’operazione Mare Nostrum è la più grossa idiozia che si potesse fare. Abbiamo praticamente invitato profughi e clandestini a venire in Italia. Tanto valeva dire “dato che il più delle volte vi salviamo, venite pure”. Anzi, sarebbe stato quasi più intelligente istituire un traghetto in servizio permanente effettivo, a pagamento, da Tripoli in Sicilia, o in Calabria, cosa che avrebbe anche risolto il problema degli scafisti…
Vede, allora, al di là delle facili provocazioni, il problema non è più solo quello delle promesse a vuoto di Renzi, ma anche quello dell’amara considerazione del fatto che un partito come quello in cui milito sta commettendo un grave errore: non fare un’opposizione seria a questo governo indecente»…