Volontari italiani di estrema destra con gli ucraini? Delle Chiaie: «È solo uno scontro assurdo fra patrioti europei»

8 Ago 2014 14:22 - di Antonio Pannullo

Si continua a combattere in Ucraina tra esercito regolare e indipendentisti filorussi: è di 15 militari morti e 79 feriti il bilancio delle perdite tra le truppe ucraine nelle ultime 24 ore di combattimento nell’Ucraina orientale. Lo dice il portavoce del Consiglio di sicurezza di Kiev, Andrii Lisenko, precisando che si tratta di 7 soldati e 8 guardie di frontiera. I soldati appartenevano alla 79a brigata. Ma non si muore solo nella poarte orientale del Paese: un ordigno è esploso nel centro della capitale Kiev, in piazza Europa, a poche centinaia di metri da piazza Maidan. Lo riferiscono la tv 112.ua e l’agenzia ucraina Unn. Secondo Russia Today ci sarebbero due feriti. Proseguono intanto le indiscrezioni sulla presenza di stranieri nel cosiddetto battaglione Azov, una specie di legione internazionale inserita nelle truppe ucraine, nella quale sarebbero confluiti inglesi, svedesi, baltici, bielorussi, russi e perfino italiani. Il settimanale Panorama due settimane fa pubblicò un’intervista a uno di questi volontari italiani, tale Francesco, un 53enne toscano, che ha affermato di essere un combattente per l’Ucraina ma non un mercenario, ossia affermò di non essere pagato. Un analogo fenomeno si verificò durante la guerra di Bosnia, soprattutto nelle file dell’esercito croato, quando una brigata internazionale reclutò non solo croati della diaspora ma anche italiani, francesi, tedeschi e altri volontari di altri Paesi, così come d’altra parte tra le truppe bosniache si arruolarono arabi provenienti da diverse nazioni ma soprattutto dall’Afghanistan e dal Sudan. Anche le truppe kosovare avevano nelle loro file musulmani provenienti da tutto il Medio Oriente. Oggi Bosnia e Kosovo sono i due unici Stati musulmani in Europa.

Per quanto riguarda il battaglione Azov, i cui componenti sono stati fotografati spesso con un passamontagna, si parla anche di italiani appartenenti a movimenti di estrema destra come Avanguardia Nazionale, il gruppo extraparlamentare fondato da Stefano Delle Chiaie, oggi ottantenne, nel 1960 e sciolto nel 1976. Abbiamo chiesto proprio a Delle Chiaie se a lui risultino elementi di Avanguardia Nazionale tra le truppe volontarie ucraine. «Non posso rispondere a questa domanda, perché non ho gli elementi per giudicare. Ognuno è responsabile delle sue scelte e delle sue decisioni, posso solo dire che questi combattimenti tra “patrioti” russi e ucraini sono assurdi». Secondo il fondatore del movimento extraparlamentare, infatti, in questa vicenda si tendono a confondere i due piani, quello geopolitico e quello sentimentale: «Io sono piuttosto anti-putiniano, però è chiaro che un’Europa come la sognavamo noi allora, un’Europa del popoli, non può naturalmente prescindere dalla Russia, perché non ci può essere un continente europeo senza Mosca». Per quanto riguarda i combattenti ucraini sul terreno, Delle Chiaie avverte che ci sono differenze tra nazionalisti ed estremisti di destra, non sono la stessa cosa. Quanto ai separatisti di Donetsk, «loro vogliono decisamente staccare il Sud-Est dell’Ucraina e annettersi alla Russia, non so se abbiano ragione o meno, perché poi le ragioni storiche di questo conflitto risalgono a molti decenni ora sono, quando Mosca mandò russofoni a vivere in Ucraina». Conclude Delle Chiaie: «Quello che so per certo è che ci sono attualmente contatti tra alcuni settori ucraini e alcuni ambienti russi molto vicini a Putin per far cessare questo scontro assurdo e arrivare alla elaborazione di un manifesto comune che metta fine a tutto questo». 

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