Atreju. Stop alle ipocrisie sull’immigrazione: in troppe zone il fenomeno è già fuori controllo

19 Set 2014 20:40 - di Giovanni Trotta

“L’Italia sola. Le politiche dell’immigrazione e i riflessi continentali” è stato il tema affrontato nella terza giornata di incontri e dibattiti ad Atreju, insieme con la presidente della Camera Laura Boldrini, con il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli e con il giornalista e scrittore Marcello Veneziani. Il dibattito è stato introdotto e moderato da Carlo Fidanza, dirigente di FdI e da Fabio Raschillà, dirigente giovanile. Fidanza ha subito snocciolato le inquietanti cifre dei migranti negli ultimi mesi e sul clamoroso fallimento di Mare nostrum, trasformato in vero e proprio servizio-traghetto dal Nordafrica all’Italia, connesso alle mafie degli scafisti che fanno business sulla pelle dei migranti e sull’emergenza Ebola e sulle altre malattie che accompagnano gli immigrati. Fidanza ha anche accennato all’emergenza terrorismo, che dalla Libia oggi accompagnano in Europa il fenomeno. “Prima gli italiani”, ha concluso Fidanza. Dopo questa introduzione, la presidente della Camera Boldrini, dopo aver ringraziato FdI, ha precisato di non voler affrontare il tema in termini di contrapposizione politica. Siamo di fronte a un a popolazione migranti di quattro milioni, ossia il 7 per cento della popolazione. In realtà oggi siamo al 12° posto nella classifica di chi ospita migranti, ha detto la Boldrini. «Ci  sono oltre 230 milioni di persone in movimento, che non stanno venendo tutti qui, contrariamente a quello che si può credere: solo una parte va da Sud a Nord. E poi – ha precisato – non è la stessa cosa dire immigrati o rifugiati. E ultimamente sempre più persone sono state costrette alla migrazione». Laura Boldrini ha voluto sottolineare che i migranti sono spessissimo persone che non hanno altra scelta se non andare via dal loro Paese, ricordando le sue esperienze nei campi profughi giordani. «Possiamo far finta di non vedere, ma un Paese che non vede non è degno di essere chiamato democratico. Io sono orgogliosa oggi del mio Paese perché salva vite», ha aggiunto. La presidente della Camera ha detto che l’Europa dovrebbe fare molto di più per salvare vite, e ha concordato sul fatto che la Ue dovrebbe prendersi le sue responsabilità, però ha riconosciuto che la critica di Bruxelles è vera, quella relativa al fatto che l’Italia soccorre ma non identifica i profughi, perché così è più facile farli andare via. «Insomma, dobbiamo fare tutti la nostra parte», ha concluso, evidenziando che in realtà in altri Paesi, come Germania e Turchia, la situazione è peggiore della nostra. Fabio Rampelli ha replicato ringraziando innanzitutto i nostri militari e tutti i volontari che collaborano con Mare nostrum. «Però – ha detto – occorre avere un minimo di ragionevolezza: Mare nostrum è assolutamente inadeguato, oltre che inefficace, a fronte di 130mila arrivi e duemila morti, almeno quelli accertati. E poi occorre distinguere i rifugiati dagli altri». Per Rampelli qui non si tratta più di eventi casuali o eccezionali, ma siamo di fronte a un esodo organizzato e pianificato nei minimi dettagli: i migranti sanno che verranno intercettati e soccorsi in capo a poche miglia, e sempre più persone raggiungono la Libia per poi partire verso l’Italia. Il capogruppo di FdI alla Camera ha poi messo in evidenza la difficoltà della gestione di tutti gli immigrati arrivati sul nostro territorio, ad esempio nei paesi siciliani costretti  a convivere con persone disperate. «Non si può dire braccia aperte per tutti e poi abbandonare totalmente le nostre popolazioni al loro destino, perché ci sono zone dove il fenomeno dell’immigrazione è del tutto fuori controllo», ha detto Rampelli, che ha concluso criticando il comportamento degli Usa e di alcuni Paesi della Ue, che hanno “incendiato” alcuni Paesi senza preoccuparsi delle conseguenze. «Dobbiamo rivedere tutto daccapo, e bisogna farlo senza pregiudizi ideologici». Fidanza ha portato il dibattito sul costo degli immigrati, rivolgendo la domanda alla presidente della Camera. Che ha minimizzato il fenomeno delle malattie che sarebbero portate dagli immigrati, perché, ha detto, tutti subiscono uno screaning medico. Per quanto riguarda il terrorismo, Laura Boldrini non pensa che i terroristi arrivino via mare, preferendo altri mezzi. È vero, però, che ci sono situazioni territoriali fuori controllo, ed è vero che c’è ancora molto da fare: «Ogni anno è emergenza, ogni anno ricominciamo, perché non abbiamo fatto tesoro delle esperienze precedenti». Per quanto riguarda il trattamento economico, la Boldrini lo giustifica perché li ritiene obblighi diversi, ossia voci di spesa diverse: «Tanto è vero che la maggior parte di loro se ne vanno, perché non vogliono rimanere in Italia, perché sanno che in altri Paesi troveranno migliori condizioni di welfare», ha detto. Alla fine le è stata regalata la maglietta di Fratelli d’Italia. Dopo la partenza di Laura Boldrini per impegni di lavoro, ha preso la parola Marcello Veneziani, che ha accusato l’Europa di non considerare la sovranità nazionale dell’Italia se non quando deve occuparsi di affrontare l’emergenza immigrazione: allora si ricorda che l’Italia è un Paese sovrano. Veneziani ha anche evidenziato la sciagurata gestione dell’Occidente della cosiddetta Primavera araba, che non ha portato libertà e rinnovamento ma solo terrorismo ed estremismo. Veneziani ha analizzato soprattutto la situazione geopolitica del Medio Oriente criticando i numerosi errori dell’Occidente nella gestione delle crisi locali. «È possibile che tra dieci anni, anziché quattromila europei aderenti all’Isis, ce ne troveremo il doppio…», ha concluso.

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