Hollande è ko, Sarkozy ci riprova. Ma rischia grosso: Marine Le Pen ha preso il volo

12 Set 2014 20:04 - di Franco Bianchini

François Hollande sembra già destinato a fare i bagagli e a salutare l’Eliseo al massimo nel 2017. E Sarkozy, nonostante l’opposizione della moglie Carla, ha sempre pensato solo e soltanto a riprendersi il potere. Il Sarkozy II vedrà protagonista un politico a suo dire diverso, nuovo. Nuovo approccio, meno irruento e radicale, nuova squadra e nuovo partito. L’ex capo dello stato è ancora in rigoroso silenzio, ma studia tutto, aspetta che i pianeti siano perfettamente allineati per piazzare la stoccata. Ottimismo e rilancio in salsa rassicurante, questa la ricetta che dovrebbe convincere un Paese in ginocchio, con la sinistra ormai lacerata, con scandali a ripetizione che fanno arrossire un’opinione pubblica fino a poco tempo fa poco avvezza alla corruzione e all’inciucio, la crisi, le tasse che aumentano e l’Europa che incalza. I fedelissimi dicono che il “capo”, nel suo ufficio a poche centinaia di metri dall’Eliseo, continua a ripetere che la Francia è sull’orlo del baratro, teme “violenze”, “la piazza”. Hollande, ha detto a uno dei suoi, “non controlla più niente”. Ma non crede nemmeno lui a dimissioni o scioglimento anticipato del Parlamento. Tutto lascia supporre che il Sarkozy II vedrà la luce dopo che martedì prossimo il governo avrà ottenuto la fiducia e dopo che giovedì Hollande si sarà misurato nell’arduo compito della conferenza stampa semestrale all’Eliseo. Il 21 settembre è la data più gettonata: prima si dichiarerà candidato alla presidenza dell’Ump, implicitamente sarà considerato ai blocchi di partenza per Eliseo 2017. Immediatamente partirà per un tour de France delle Federazioni, non più con i suoi discorsi aggressivi di una volta, ma con dibattiti aperti, faccia a faccia con i militanti. In privato si è fatto i conti ed è convinto di avere con sé l’80% del partito. Il secondo passo, a partire da fine novembre, sarà quello di indire un grande congresso, una convention generale della destra per il 2015, forse addirittura con un referendum fra gli aderenti. L’idea è una fusione fra l’Ump e l’Udi, il partito di centro, in funzione anti-Fronte nazionale di Marine Le Pen. Dal partito dei suoi ex ministri Jean-Louis Borloo ed Hervé Morin, è arrivato un no di primo sbarramento, ma per trattare c’è tempo. Trapela, dai silenzi ufficiali, anche l’immagine di un Sarkozy nuovo, che si mostrerebbe più aperto e disponibile, meno nervoso e aggressivo, più mite e all’ascolto delle controparti. Non sarebbe animato da sete vendicativa nei confronti di Hollande che lo ha battuto nel 2012 e si presenterebbe ai francesi come l’unica diga possibile contro Marine Le Pen. Che cresce ogni giorno di più. E che è difficile battere. Anche perché è improbabile che gli elettori in fuga da Hollande possano schierarsi entusiasticamente con Sarkozy.

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