Il “meraviglioso” paradosso di Feltri: Renzi leader del centrodestra

17 Set 2014 13:30 - di Mario Landolfi

Lungi da noi la volontà di fare torto a Vittorio Feltri attribuendogli il ruolo di ispiratore della linea politica (invero alquanto oscillante) di Forza Italia o di additarlo quale unico e vero interprete degli arcana berlusconiani, ma si può scommettere (e vincere facile) che il suo odierno editoriale sul Giornale qualche sospetto, tra tantissimi elettori del centrodestra, lo instillerà. Ed è assai probabile che non pochi di loro avranno sussultato nel leggere lodi così esplicite, elargite senza parsimonia dal principe dei giornalisti “di destra” a Matteo Renzi, cioè al leader dei “sinistri”, presentato come un capo di governo in gamba circondato da “bamba” e intralciato da un Pd con perenne torcicollo.

Certo, l’Italia attuale è una casa che sta bruciando e quando bisogna spegnere il fuoco non è che stai lì ad interrogarti sulle idee politiche di chi porta il secchio con l’acqua e di chi tiene aperta la fontana. Ma è altrettanto vero che  il nostro presidente del Consiglio non ha fatto nè l’una nè l’altra cosa essendosi limitato – almeno finora – a dare l’allarme e ad annunciare ripetutamente l’imminente arrivo dei pompieri. In altri tempi – e si può scommettere anche su questo – la penna di Feltri lo avrebbe incenerito. Ora invece si sente soprattutto profumo d’incenso.

È evidente che qualcosa cova sotto la cenere dell’ostentato silenzio del Cavaliere. E – per favore – non tiriamo in ballo l’autonomia della professione, la liberalità degli editori ed altre banalità del genere. I giornalisti che raccontano la politica fanno politica, sulla carta stampata, alla radio, in tv e sul web. Anche gli editori (e in Italia non ce ne sono di “puri”, cioè che vivono esclusivamente di copie vendute e di pubblicità) hanno le loro idee ed i loro interessi, oltre ai loro giornali. Nulla di più normale, quindi, se un grande professionista come Feltri utilizzi il giornale più vicino a Berlusconi per ipotizzare un percorso politico. E che percorso!

Già, perché il Direttore, come dice una nota pubblicità sul trapianto di capelli, si è messo in testa un’idea meravigliosa e ora un trapianto vorrebbe tentarlo pure lui con l’innesto del giovane Renzi nel corpaccione ormai esausto di un centrodestra di fatto orfano del proprio leader e per di più dilaniato da scontri interni e polemiche infinite. Occhio: Feltri è di pelo lungo e sa che certe cose non si squadernano tal quali senza inciampare nella fantapolitica e perciò ha scelto il paradosso di un’ipotetica “Lista Renzi” capace di cannoneggiare e affondare il Pd dall’alto di un ragguardevolissimo 20 per cento (siamo già ai sondaggi, evidentemente). E poi (se lo chiede anche Feltri)? Sul punto il Direttore fa il difficile e impreca contro il proporzionale disegnato dalla Consulta sulla legge elettorale preconizzando pastrocchi. Ma è la “chiusa” dell’articolo a far sorgere il sospetto. Eccola: “Compagni, smettetela di piantare grane o finirete male. Altro che Forza Italia”. Che classe! Sembra dedicata al solo Pd e invece è double face. L’innesto è avviato e son rose…

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