Kerry visita a sorpresa a Baghdad e annuncia un «duro lavoro» anti-Isis
La visita “a sorpresa” in Iraq del segretario di Stato Usa John Kerry è stata “salutata” con un ennesimo attentato terroristico suicida nella capitale Baghdad il cui bilancio è di almeno 15 morti e decine di feriti. Lo riferisce la tv panaraba al Arabiya con una scritta in sovrimpressione. Il segretario di Stato americano John Kerry è impegnato a esporre ai dirigenti iracheni la strategia di Washington per combattere lo Stato islamico (Isis). Kerry ha incontrato il neopremier iracheno Haidar al-Abadi, nell’ambito della missione che lo vede impegnato a creare una coalizione contro i jihadisti dell’Isis, dilagati dalla Siria in Iraq. Kerry sarà poi a Gedda e consulterà i Paesi del Golfo, oltre a Egitto, Turchia e Giordania. «In Iraq si sta facendo un duro lavoro, ma siamo solo all’inizio», ha detto il segretario di Stato americano, che ha definito “incoraggiante” la costituzione di un nuovo governo iracheno “più inclusivo”, un passaggio fondamentale per rendere efficace l’intera strategia anti-Isis. Kerry ha poi voluto precisare che «l’Iraq non ci ha chiesto l’invio di truppe americane né di altre forze. Non vogliono altre forze sul campo», ha detto. Si è poi appreso che i corpi di 30 yazidi (una minoranza irachena), tra cui cinque bambini, uccisi dai jihadisti dello Stato islamico, sono stati rinvenuti in una fossa comune scoperta nel nord dell’Iraq vicino a Zummar, in un’area riconquistata dai miliziani Peshmerga curdi. Lo ha reso noto una fonte curda. Zummar, a ovest di Mosul, era caduta nelle mani dell’Isis durante un’offensiva all’inizio di agosto, che aveva portato i jihadisti ad impadronirsi anche di Sinjar, città tuttora sotto il loro controllo. Intanto si è appreso che i miliziani jihadisti dello Stato islamico usano in Iraq contro i combattenti curdi munizioni prodotte in Turchia, come ha riferito la stampa di Ankara. Secondo il quotidiano indipendente Taraf, munizioni prodotte dalla ditta turca Mke sono state usate in particolare da Isis nei combattimenti vicino a Erbil, la capitale della regione autonoma curda irachena. Le munizioni turche trovate in possesso dei miliziani jihadisti, responsabili di numerose atrocità in Siria e Iraq, hanno provocato la sorpresa degli esperti americani, ha scritto il quotidiano, e Washington (a sua volta in imbarazzo per i rapporti sull’uso di armi anche americane da parte degli stessi miliziani dell’Isis) avrebbe aperto un’inchiesta. L’opposizione turca, la stampa internazionale e i curdi siriani hanno più volte accusato il governo islamico di Ankara – che ha sempre negato – di aiutare in Siria non solo i ribelli “ufficiali” sunnjiti dell’Els ma anche le formazioni jihadiste vicine ad Al Qaida come Isis e Fronte Al Nusra. La Turchia – lo denunciò all’inizio della crisi lo stesso presidente siriano Assad – è considerata il principale punto di transito delle “autostrade della jihad” che hanno consentito a molti miliziani stranieri di raggiungere Isis in Siria e Iraq.