Latorre in volo per l’Italia, atteso nel pomeriggio. E in India arrivano i primi segnali di solidarietà verso i marò
È atteso nel tardo pomeriggio, non prima delle 17, l’arrivo in Italia di Massimiliano Latorre, che è già in volo da questa mattina dopo aver lasciato la sua residenza all’interno dell’ambasciata d’Italia a New Delhi attorno alle sei ora locale, le 2.30 italiane. Un funzionario della torre di controllo dell’aeroporto di New Delhi ha confermato che un velivolo italiano è atterrato nelle prime ore del mattino ed è ripartito verso le 11.30 locali, le 8 italiane, dopo il rifornimento del carburante ma l’ambasciata d’Italia a New Delhi non ha voluto commentare queste informazioni.
La partenza del Fuciliere di marina è avvenuta nell’indifferenza della popolazione indiana. Il clima è cambiato, assicura The Hindu, il secondo quotidiano indiano in lingua inglese dopo The Times of India e quello con maggior diffusione nell’India del sud. Sta di fatto che la decisione della Corte Suprema indiana di concedere un rientro di quattro mesi in Italia a Latorre colpito da un attacco ischemico il 31 agosto non ha suscitato, osserva un corrispondente locale che ha il polso della situazione, proteste o reazioni avverse da parte delle autorità del Kerala o della comunità di pescatori a Kollam come, invece, accadde, anche platealmente, in occasione della restituzione ai due marò dei passaporti nel 2012 per poter trascorrere le vacanze di Natale a casa.
In quella circostanza vi furono molteplici reazioni e critiche, guidate dal partito di centro-destra Bjp e da quello comunista-marxista Cpi-M, contro il partito del Congresso, di centrosinistra, allora al governo, accusato di aver ceduto alle pressioni della sua presidentessa, la italo-indiana Sonia Gandhi. Ma, in quel caso, erano dietro l’angolo le elezioni che poi, ad aprile, avrebbero portato al potere proprio il leader di centrodestra Narendra Modi. E, quindi, anche la vicenda dei marò era funzionale. Tanto che l’italianissima Sonia Gandhi (è nata 68 anni fa nel Vicentino da Paola e Stefano Maino) era stata, per questo, alcuni mesi prima, nel marzo 2013, autrice di un clamoroso quanto ignobile gesto verso l’Italia proprio al culmine della crisi peggiore fra i due Paesi, quando l’India, calpestando apertamente gli obblighi internazionali stabiliti dalla Convenzione di Vienna del 1961, aveva limitato la libertà dell’ambasciatore italiano per ritorsione contro il mancato ritorno dei marò. La Maino aveva parlato di «tradimento assolutamente inaccettabile» minacciando perdipiù l’Italia: «A nessun Paese può essere concesso, dovrebbe o sarà permesso di sottovalutare l’India». Peraltro la donna non è seconda a nessuno in quanto a scaltrezza. Basterebbe ricordare come nel 1983 si affrettò ad adottare la cittadinanza indiana quando si rese conto che la carriera politica del marito Rajiv Gandhi poteva, in qualche maniera subire danni dalla sua cittadinanza italiana.
Comunque ora, archiviate le elezioni, con il partito di centrodestra al potere, e la Gandhi con le unghie tagliate, la questione marò sembra essere guardata con più indulgenza anche da quanti, la Chiesa cattolica in prima fila, hanno soffiato apertamente sul fuoco delle proteste. E, infatti, The Hindu si stupisce che «Kollam non è stata teatro di nessuna protesta, neppure sotto la forma di comunicato stampa di un qualsiasi partito. La reazione prevalente e’ stata che le condizioni di salute del fuciliere meritano solidarietà».
In silenzio sono rimaste, osserva non senza meraviglia il corrispondente di The Hindu, perfino la Chiesa cattolica e la comunità dei pescatori. I famigliari di una delle vittime, Valentine Jelastine, «non hanno voluto commentare la notizia» ma un leader della comunità dei pescatori, che non ha però voluto essere identificato, ha dichiarato al giornale che «il fatto è che, col passare del tempo, da un sentimento di forte animosità si è passati ad uno di simpatia per i Fucilieri. L’uccisione non fu un atto deliberato, visto che i due confusero i pescatori con dei pirati. Ed una compensazione adeguata è stata offerta in riparazione dell’errore commesso».
L’unica nota critica è quella del leader del partito comunista-marxista, P.K. Gurudasan, il quale sostiene che «il Congresso ed il Bjp (il partito di centrodestra ndr) stanno facendo a gara per placare l’Italia. Nessun imputato in questo Paese, e specialmente quelli accusati di omicidio, ha ottenuto così tanti privilegi» come Latorre e Girone. Sembra di sentir parlare la forcaiola sinistra italiana.