Roncalli e Wojtyla aggiunti nel calendario. Presto beati 40 albanesi uccisi dal regime comunista

11 Set 2014 18:51 - di

Arrivano le date per celebrare le feste liturgiche dei due Papi Santi: per San Giovanni XXIII il giorno è l’11 ottobre mentre per San Giovanni Paolo II è il 22 ottobre. «Tenendo conto delle innumerevoli richieste da ogni parte del mondo, Papa Francesco – scrive l’Osservatore Romano – ha dato disposizione che le celebrazioni delle feste liturgiche dei santi Pontefici Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II siano iscritte nel Calendario Romano generale, la prima l’11, la seconda il 22 ottobre, con il grado di memoria facoltativa». Il decreto emanato dalla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti (che regola il culto riservato ai due santi), è stato diffuso in tutto il mondo attraverso le nunziature e gli episcopati. Chiuso questo capitolo ora gli occhi dei fedeli sono puntati sulla beatificazione di quaranta martiri albanesi. Ad aprire la lista è monsignor Vincenzo Prennushi, arcivescovo di Durazzo, francescano, che preferì subire il carcere, la tortura e infine la morte pur di non cedere alla richiesta del regime di creare una chiesa nazionalista staccata da Roma e dal Papa. Ma sono una quarantina tra vescovi, sacerdoti, e anche laici, gli albanesi che hanno subito persecuzioni di ogni genere, fino ad essere uccisi, dal regime comunista di Enver Hoxha. La prima fase della causa per la loro beatificazione, quella diocesana, si è conclusa nel 2010. Ora si attende la fine dei lavori della Positio istruita presso la Congregazione per le Cause dei Santi. Ma «qualche annuncio potrebbe esserci da parte del Papa nel viaggio a Tirana», in agenda per domenica 21 settembre. Lo dice monsignor Segundo Tejado, sottosegretario del Pontificio Consiglio Cor Unum e direttore di Caritas Albania per diversi anni, che sarà tra gli accompagnatori del Papa nel primo viaggio apostolico in Europa. «Non conosco a che punto è la causa di beatificazione dei martiri albanesi – precisa monsignor Tejado – ma credo che il Papa a Tirana parlerà di loro. È stata una vera persecuzione. Io sono arrivato lì nel ’93, subito dopo la caduta del regime, e ho conosciuto sacerdoti e suore che erano stati anni e anni in carcere o nei campi di concentramento. Solo qualcuno era riuscito a sottrarsi alle violenze e a vivere nascosto». Nell’elenco dei martiri, presente sul sito Spes.al dedicato alla visita di Papa Francesco in Albania, c’è anche una donna, Maria Tuci. Voleva diventare suora Stimmatina fu uccisa quando aveva soltanto 22 anni perché si rifiutò di cedere alle violenze dei carcerieri. Ci sono poi nove frati Francescani, tre padri Gesuiti, molti sacerdoti diocesani. Tutti accusati dal regime di essere spie della Santa Sede e, dunque, nemici del Paese; vennero imprigionati, torturati e uccisi nell’arco dei quasi cinquanta anni di dittatura, dal 1946 al 1990. Poi c’è don Stefano Kurti, parroco di Tirana, fu arrestato due volte. Fece in tutto vent’anni di carcere e poi fu fucilato.

 

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