Sulla via per Oriana Fallaci è ingorgo di polemiche in Campidoglio. Pd e Sel votano contro
Svolte democrat e diramazioni radicali non portano, almeno in Campidoglio, ad un incrocio di vedute (anche solo di convenienza civica), e in tema di omaggi e ricordi celebrativi i diversi punti d’osservazione inducono ad allontanarsi in direzioni opposte. O quasi. Così, quello che sulle prime poteva ridursi a semplice incidente diplomatico, sta assumendo di giorno in giorno le dimensioni dello scontro politico in corso di svolgimento nella aule consiliari capitoline tra i promotori e i sostenitori dell’intitolazione di una strada a Oriana Fallaci e i detrattori della proposta – almeno articolata in particolari termini – firmata Ncd: ossia Pd e Sel. Il motivo del contendere – di stringente attualità nonostante siano passati otto anni dalla scomparsa della scrittrice fiorentina, e qualcosa in più rispetto alla esplicitazione della sua teoria sul pericolo di una deriva islamica integralista tracimante ad Ovest – ruota formalmente attorno una frase sull’islamizzazione dell’Occidente. Un dibattito non nuovo e non da poco che ha alimentato le divisione all’interno dell’Assemblea Capitolina del Campidoglio che alla fine ha votato contro la mozione presentata da Marco Pomarici, Nuovo centrodestra su via Oriana Fallaci. Una proposta inizialmente approvata e controfirmata dal centrosinistra che poi, alla prova dei fatti, ha registrato la retromarcia che ha impedito l’approvazione del documento. Documento rispedito al mittente con 18 voti contrari, 14 a favore, e due astenuti. Nel corso del dibattito consiliare, infatti, i tardivi detrattori della proposta si sono attorcigliati su una frase che a loro revisionistico parere stigmatizzerebbe «una identificazione tra Islam ed estremisti»: e la questione di forma è diventata immediatamente di sostanza, tanto da arrivare a tradursi nel ritiro del voto inizialmente accordato da parte degli esponenti di Pd e Sel. La trattativa sarebbe ancora in corso di definizione: Pd e Sel si dichiarano disposti a firmare la proposta in cambio del ritiro della frase a loro detta “incriminata». Pomarici, di contro, non accetta la censura che, a suoi giudizio, andrebbe ad inficiare l’elemento cardine che ha animato e fortemente caratterizzato etica ed estetica letteraria di una considerevole parte della produzione della Fallaci, a partire proprio da La Rabbia e l’Orgoglio.
Dunque, la risoluzione della diatriba potrebbe essere affidata all’eliminazione o meno di un «paio di incisi» riportati nella mozione, all’indice dell’“inquisizione” progressista, di fondamentale – o fondamentalista – importanza…