E a Varese prevale la politica del doppio forno: Alfano fa trionfare il candidato del Pd
Strane alleanze, intese bipartisan, inciuci da far impallidire la vituperata Prima Repubblica. A leggere i risultati della tornata di elezioni provinciali, le prime dopo la riforma Delrio, che si è conclusa domenica, si scoprono cordate inimmaginabili tra centrodestra e centrosinistra e contrapposizioni frontali tra ex alleati, destinate magari a ribaltarsi nel giro di qualche settimane. Una girandola di accordi mordi e fuggi che non aiutano a semplificare il quadro delle forze in campo e allontanano il cammino del bipolarismo. Il caso di Varese, con l’accordo tra Pd e Ncd sulla candidatura del presidente della Provincia, fotografa plasticamente la politica del “doppio forno” del partito di Angelino Alfano, che nei fatti sostiene il governo Renzi e a parole esalta la sua vocazione di centrodestra e sul territorio gioca la carta dell’ago della bilancia. Grazie al contributo determinante del Ncd alleato con i Democrat, infatti, Gunnar Vincenzi, è stato eletto presidente della Provincia del capoluogo lombardo contro la candidata di Forza Italia. Il sindaco di Cantello, Vincenzi, ha ottenuto il 54% della preferenze mentre la candidata sostenuta dal partito di Forza Italia e Lega Nord, Silvana Alberio, si è fermata al 46%. Una scelta, quella degli alfaniani, che ha sottratto la provincia alla coalizione di centrodestra visto che il neopresidente di provata fede progressista prende il posto del leghista Dario Galli, presidente e poi commissario della Provincia di Varese. Una scelta dettata più dal desiderio di incarichi e poltrone che da divergenze politiche e che è destinata ad avere contraccolpi sulla politica romana dove già i rapporti tra il Cavaliere e il ministro dell’Interno sono molto tesi e forse irrecuperabili.