Anche la Germania è “kaputt”: produzione industriale giù di 4 punti
Peggio del previsto ed anche la Germania, persino la potente, disciplinata e severa Germania è costretta dalla crisi a fare i conti con il segno meno davanti alla voce “produzione”. Quella industriale è infatti scesa in agosto ben oltre le già negative stime degli analisti, facendo registrare un calo del 4 per cento (a fronte dell’atteso -1,5) rispetto a luglio, e del 2,8 su base annua contro il meno 0,5 previsto. A luglio la produzione tedesca era salita dell’1,9 rispetto a giugno e del 2,5 in confronto all’analogo periodo del 2013. È presto per stabilire se l’economia tedesca si trovi di fronte ad una crisi congiunturale dovuta all’incertezza degli scenari internazionali, a partire dalla crisi russo-ucraina, o se – al contrario – cominci a sentire anch’essa i morsi della crisi. In ogni caso appare di solare evidenza che la stagnazione dei consumi in Paesi come l’Italia, da sempre uno dei mercati più ricettivi per i prodotti tedeschi, soprattutto per quel che riguarda le auto di grossa cilindrata, faccia sentire i suoi effetti anche in Germania. Ed è probabile che le stime negative sull’andamento della produzione diventeranno preziose alleate di quanti in Europa – Francia e Italia su tutti – vogliono allentare la politica del rigore di bilancio in nome di una maggiore flessibilità. Sarà un piacere soprattutto per il presidente Hollande, che insieme a Renzi appare destinatario di una “bocciatura” per il mancato rientro dal deficit in eccesso, poter sbandierare i dati negativi dell’industria tedesca a dimostrazione che prima o poi anche la cancelliera Merkel dovrà prendere atto che il rigore cieco ed ottuso è il miglior alleato della crisi.
Intanto, com’era prevedibile, il calo della produzione tedesca ha frenato le Borse europee. Milano è quella che perde meno, con l’indice Mib in flessione di appena lo 0,09 per cento, seguita da Madrid (-0,6 per cento), Francoforte (-0,57 per cento) quindi Parigi (-0,5) e Londra (-0,47).