«Basta, Hollande deve andarsene». Lo dicono anche gli elettori della sinistra

21 Ott 2014 17:08 - di Giovanni Trotta

Il presidente francese François Hollande è ormai in picchiata nella stima dei suoi connazionali. Sarà stata qualche mossa sbagliata in politica estera, sarà la politica economica, sarà quella interna, saranno le vicende della sua vita privata, fatto sta che otto francesi su dieci pensano che il socialista Hollande non sia un buon presidente. Sono ben sei su dieci a pensare inoltre che Manuel Valls non è un buon primo ministro. È quanto emerge da un sondaggio Odoxa reso noto in queste ore. Il parere negativo sul capo dello Stato è stato espresso dal 98% dei simpatizzanti della destra intervistati, e dal 51% dei simpatizzanti di sinistra. La personalità politica che invece ispira più simpatia e sostegni, sempre secondo lo studio Odoxa, è Alain Juppé (44%). L’esponente del partito della destra conservatrice Ump si piazza davanti all’ex presidente Nicolas Sarkozy (36%), al centrista Francois Bayrou (35%) e a Marine Le Pen, leader del Fronte Nazionale (31%). Segue Najat Vallaud-Belkacem, ministro dell’Istruzione, prima personalità di sinistra in questa classifica (31%). Il sondaggio è stato realizzato i 16 e 17 ottobre su un campione rappresentativo della popolazione francese con più di 18 anni. In questo contesto ha buon gioco la sfida lanciata contro Hollande dalla sua collega di partito Martine Aubry, che lo accusa di sbagliare clamorosamente la sua politica economica, perché «non si mobilita un Paese solo sulla sua gestione finanziaria, ma occorre far vedere la destinazione del viaggio». Così la Aubry, ex candidata alle primarie socialiste vinte dall’attuale presidente, ci riprova e torna a sfidare l’inquilino dell’Eliseo, verosimilmente in vista delle presidenziali del 2017, considerate peraltro sempre più a rischio dalla gauche. «Chiedo che venga riorientata la politica economica – tuona l’ex numero uno del Partito socialista francese (Ps) – occorre percorrere il cammino giusto nei due anni a venire» per non correre il rischio che la sinistra perda la sfida delle prossime presidenziali restituendo l’Eliseo ai neogollisti, o peggio ancora offrendo per la prima volta il controllo della Francia all’estrema destra euroscettica di Marine Le Pen. Insomma, l’ex ministro del Lavoro si allinea ai cosiddetti “frondeurs” del Ps, i frondisti che rimproverano ad Hollande una politica troppo liberale e conservatrice, soprattutto dopo le scelta dell’ex giovane banchiere di Rotschild, Emmanuel Macron, all’economia e le finanze. Se la Aubry andrà fino in fondo, potrebbe avere come avversario alle prossime presidenziali l’attuale sindaco di Bordeaux Alain Juppé o l’ex presidente Nicolas Sarkozy, oltre all’ormai inevitabile Marine Le Pen. Altre grane per Hollande erano giunte nei giorni scorsi anche dal partito della sinistra radicale, ultimo alleato nel governo socialista francese, che ha chiesto il ritiro di alcune misure fiscali dal progetto di bilancio 2015, lasciando intendere che potrebbe ritirarsi se le sue richieste non vengono accolte. È la seconda volta in poche settimane che il partito, con tre ministri nel governo di Manuel Valls, minaccia di lasciare la maggioranza, possibilità che rischierebbe di indebolire di più il presidente Hollande.

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