Berlusconi convoca lo stato maggiore di Forza Italia
Gli unici a sorridere davanti a Palazzo Grazioli sono i turisti che si fermano davanti al capannello di cronisti e fotografi domandando “che cosa succede”. “Dentro”, nei saloni della residenza politica di Berlusconi, c’è un piccolo terremoto in corso. Le cose in casa forzista non vanno bene e il capo ha convocato un nuovo ufficio di presidenza per fare il punto dopo la doccia fredda dei sondaggi che registrano un calo pesante del partito e fotografano un centrodestra molto al di sotto del 30 per cento, con Renzi che vola al 40. Davanti allo stato maggiore (arrivano puntuali Gasparri, Brunetta, Romani, Polverini, Gelmini) il Cavaliere, come sempre, alterna iniezioni di fiducia e qualche rimbrotto per una classe dirigente non sempre all’altezza, divisa tra lealisti e malpancisti, tra fedelissimi e giovani leve. Tanti i nodi sul tappeto: dalla riorganizzazione del partito alla politica delle alleanze passando per la stagione dei congressi.
In attesa di estrarre il coniglio dal cilindro, il leader azzurro non molla la presa e fa capire di non voler cambiare passo nei confronti del governo Renzi e di voler proseguire con un’opposizione «responsabile», una strategia che non convince quanti tra i seniores chiedono di marcare più vistosamente le differenze con l’esecutivo e rendere più visibile l’alternativa sui programmi. «Forza Italia deve recuperare energia e orgoglio evitando una sindrome di Stoccolma rispetto a Renzi», dice Maurizio Gasparri entrando a Palazzo Grazioli per un ufficio di presidenza che deve segnare una svolta. Fatte salve le riforme costituzionali ed elettorali, sulle quali la condivisione è d’obbligo, sugli altri temi dell’agenda politica – secondo il senatore azzurro – «si deve smascherare il bluff di Renzi. Il premier, agevolato dalla mancanza di un competitore diretto, cambia di continuo argomenti senza mai risolvere un problema. Pagamenti delle pubbliche amministrazioni alle imprese, promessi entro il 21 settembre e ancora a metà, messa in sicurezza delle scuole, da attuare in estate e nemmeno iniziata. Riforma del lavoro, ridotta al nulla dal corpaccione del Pd. Riforma della scuola, chiacchiere e promesse senza un testo da discutere. Giustizia, solo parole, annunci e accenni di decreti, archiviando i temi centrali della separazione delle carriere e della responsabilità dei giudici… Abbiamo molte cose da dire e da fare, per rivendicare con Berlusconi i nostri meriti e lanciare le nostre proposte». Anche Renata Polverini ha varcato l’ingresso di via del Plebiscito con il proposito di convincere il leader a cambiare linea: «Ho sentito Berlusconi in questi giorni. Si sta interrogando se sia opportuno e io credo di si. Sicuramente glielo dirò».