Canada sotto choc. Il premier: non ci faremo intimidire dal terrorismo
«Saremo vigili contro coloro che cercano di farci del male. Non saremo mai intimiditi, manterremo il Canada sicuro», sceglie la linea della fermezza il premier Stephen Harper parlando alla nazione sotto choc per l’attacco terroristico al Parlamento di Ottawa che ha causato la morte di un soldato di origini italiane, Nathan Cirillo, e dell’attentatore Michael Zehaf Bibeau, freddato dall’agente della sicurezza, Kevin Vickers, ex giubba rossa diventato l’eroe della giornata.
La pista del terrorismo islamico
Solo il sangue freddo dell’ex poliziotto, infatti, ha evitato la strage. «I responsabili non avranno un rifugio sicuro», ha aggiunto il primo ministro (che ha parlato con Obama), ricordando che il Canada non è immune agli attacchi terroristici che in queste ore minacciano tutto il mondo. Attacchi definiti «un’aggressione a noi canadesi come popolo libero che abbraccia la dignità umana per tutti». Ancora non è chiara la matrice dell’attacco ma si fa sempre più strada la pista dell’estremismo islamico. È stato il ministro degli Esteri canadese, John Baird, parlando al telefono con il segretario di Stato Usa John Kerry, il primo a legare le sparatorie a Ottawa alla partecipazione del Canada alla campagna aerea guidata dagli Stati Uniti contro l’Isis.
L’assalitore aveva precedenti penali
Difficilmente l’assalitore, canadese convertito all’Islam, ha agito come lupo solitario, è molto più plausibile l’ipotesi del commando filojihadista. L’uomo, infatti, era stato inserito dalle autorità canadesi nella lista nera dei “viaggiatori ad alto rischio” e gli era stato ritirato il passaporto. Nei giorni scorsi il suo volto era comparso su un profilo Twitter legato ai terroristi, Islamic Media, ed era compagno di un altro convertito al jihadismo, Martin Couture-Rouleau, che il 20 ottobre aveva travolto due militari canadesi in Quebec uccidendone uno. Nato nel 1982 in Quebec, Michael si sarebbe avvicinato all’Islam solo recentemente, dopo aver collezionato una lunga serie di precedenti penali: dal 2001 era stato incriminato 11 volte, per reati dal furto, al possesso di droga e armi illegali. Massima allerta e paura anche alla Casa Bianca dopo che un intruso è riuscito a scavalcare l’inferriata della residenza presidenziale prima di essere bloccato da un agente, il portavoce del Secret Service non esclude collegamenti con l’attacco al Parlamento canadese.