C’è poco da ridere: il governo Renzi è primo nella hit parade delle figuracce

28 Ott 2014 14:07 - di Girolamo Fragalà

Tutti ironizzano sulla gaffe della ministra francese della Cultura, Fleur Pellerin («non leggo libri da due anni»), accompagnata da un’altra confessione, quella di non conoscere il lavoro di Patrick Modiano, lo scrittore francese che ha appena vinto il Nobel di Letteratura, ritenuto da alcuni “il Proust dei nostri tempi” e con il quale ha pure pranzato di recente. Ma noi, qui in Italia, abbiamo ben poco da ridere, perché tra ministri e sottosegretari le figuracce non si contano più.

1-Renzi, la grammatica non è il suo forte

Quando ha tentato di parlare in inglese è stata la catastrofe, ma con l’italiano non gli è andata meglio. Il presidente del Consiglio, parlando dell’opportunità dell’Expo per il l’Italia e l’importanza degli investimenti dalla Cina, incespicò, non legò il soggetto con il predicato verbale e quindi venne fuori una frase ambigua: «Ma può essere, nella terra che ha dato i natali a Marco Polo e Matteo Ricci la Cina, semplicemente un grande mercato dove andare i nostri prodotti o una minaccia dalla quale difenderci?». Una frase contorta, che ha fatto il giro del web.

2-La Madia, Peppa Pig e gli indirizzi sbagliati

«Non me l’aspettavo, stavo guardando Peppa Pig in tv con mio figlio»: fu questa la reazione che Marianna Madia ha avuto alla notizia della sua nomina a ministro. Una reazione che è diventata la barzelletta della rete.  Ma già alla prima candidatura nel Pd diede il meglio di sé. «Perché è stata messa in lista?», le chiesero. E lei: «Per portare in dote la mia straordinaria inesperienza». Per non parlare di quando parlò con il ministro sbagliato, Zanonato, che pazientemente ascoltò le sue parole per poi dirle: «Di questo avresti dovuto parlare con il collega del Lavoro, Enrico Giovannini. Le mie competenze non sono specificamente destinate alle politiche dell’occupazione». E lei: «Ma non sei te che ti occupi di lavoro?». A quel punto Zanonato, prendendola sottobraccio, amorevolmente le indicò il ministero del Lavoro: «È dall’altra parte. Hai sbagliato indirizzo».

3-Il sito istituzionale della Boschi

«Ma è una pagina di Meetic o un sito istituzionale?»« Ah se è bella la Boschi. Ma è il caso di trasformare un sito del governo in una pagina glamour di fb?». Maria Elena Boschi, aveva scelto un profilo tutt’altro che basso. Foto a pieno schermo, sguardo languido perso nel vuoto, una posa da diva più che da ministro. Una scelta di rottura rispetto alla tradizione dei suoi predecessori. E rimediò una tale figuraccia da dover tornare velocemente sui suoi passi, a capo chino e con le guance rosse.

4-Quegli oggetti misteriosi chiamati F-35

Che saranno mai gli F-35? Non sono Ufo, questo è certo. Cacciabombardieri italiani? Chissà. Nel Pd i vertici hanno sbagliato spesso risposta. Il primo fu Francesco Boccia. presidente della commissione Bilancio alla Camera. La gaffe in un tweet di risposta alla sua compagna di partito Cristiana Alicata sugli F-35: «In sostanza non si tratta di fare guerre, con gli elicotteri si spengono incendi, trasportano malati, salvano vite umane». Ancora più clamoroso, per il ruolo che ha, il ministro della Difesa Roberta Pinotti: «Gli F-3% servono a difenderci da chi spara i missili».

5-Francesca Barracciu la combina grossa

Escono i nomi della squadra di governo. Francesca Barracciu viene scelta ma c’è un piccolo particolare: farà il sottosegretario (ha accettato) ma non sa con quale delega. A una domanda su Twitter («hai la delega al turismo o alla cultura?»), lei risponde così: “Ciao, ieri sono arrivata di corsa e non ho potuto verificare nel dettaglio. Sto andando ora a verificare… poi ti dico…». Meglio la ministra francese che non legge libri da due anni.

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