Bari, nuova rivolta nel Cie: i clandestini bruciano i materassi
Un gruppo di clandestini immigrati ospiti del Cie (Centro di identificazione ed espulsione) di Bari ha dato fuoco mercoledì notte ai materassi accatastati in uno dei moduli del centro per protestare contro l’intervento delle forze dell’ordine nei confronti di un albanese che è stato rimpatriato. Gli immigrati sostengono che l’albanese, un uomo di 31 anni che era da dieci giorni all’interno del Cie, sarebbe stato «preso con la forza dalle forze dell’ordine per essere portato in una stanza e picchiato».
La denuncia
Lo hanno denunciato in una telefonata alcuni degli autori dell’incendio per il quale – hanno detto – «siamo tutti responsabili». Tra loro c’è il tunisino Fatì, che nei giorni scorsi si era cucito le labbra per protesta. «Sentivamo le sue urla disperate – raccontano – diceva in albanese “per favore aiutatemi, mi stanno pestando”. I ragazzi che condividevano il modulo con lui hanno riferito che «si tratta di un padre di famiglia che è da 15 anni in Italia dove ha anche un figlio». Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno spento l’incendio.
Minaccia di rimpatrio
Secondo quanto riferito dalla polizia, la protesta sarebbe partita quando un gruppo di cittadini albanesi ha sentito le urla del connazionale che era stato raggiunto da un ordine di rimpatrio. Diversa la ricostruzione degli immigrati del Cie, secondo cui l’albanese «ha fatto richiesta di protezione internazionale ed era in attesa dell’esito dalla Commissione territoriale. Sono venuti nel modulo – denunciano – e all’improvviso l’hanno preso con la forza e, dopo averlo picchiato, l’hanno rimpatriato. Noi, dopo aver sentito le sue urla, abbiamo perso la ragione e abbiamo dato fuoco a materassi e lenzuola nel nostro modulo dove ci sono 24 persone che provengono da Sri Lanka, India, Cina, Albania, Georgia, Montenegro, Egitto e Tunisia. Uno di noi – proseguono – è andato a parlare con un ispettore delle forze dell’ordine per chiedere spiegazioni ma questi gli ha risposto che “quando vogliamo prendiamo uno di voi e lo facciamo sparire”. Cos’è questa se non mafia?», si chiedono i clandestini trattenuti nel Cie.