Con la crisi gli italiani tornano a risparmiare. Ecco i numeri

31 Ott 2014 10:50 - di Alessandra Danieli

Gli italiani tornano a rifugiarsi nel risparmio per tamponare gli effetti di una crisi ben lontana dall’uscita dal tunnel. Dati alla mano, per il secondo anno consecutivo la percentuale di famiglie che negli ultimi dodici mesi sono riuscite a mettere i soldi da parte è aumentata, passando dal 29 al 33%.  Soprattutto in momenti di grande difficoltà gli italiani-formiche si attrezzano in proprio confermando che il valore del risparmio è nel loro Dna, specie nelle stagioni di maggiore difficoltà economica e incertezza sul futuro.  Il fenomeno è stato monitorato da una ricerca elaborata da Ispos per l’Acri, l’Associazione tra le Casse di risparmio e le fondazioni di origine bancaria, che oggi celebra la 90esima giornata del risparmio.

La crisi non è finita

L’87 per cento degli intervistati è convinto che la recessione durerà ancora cinque anni e ha rimodulato le strategie di spesa. Grazie a un’oculata amministrazione dell’economia domestica, le famiglie italiane riescono ad accantonare risorse, anche minime,  in vista di imprevisti. «Alcuni – si legge nella ricerca Ispos – si sono adattati alla crisi meglio di altri con quella dualità che caratterizza per esempio l’andamento delle industria, un terzo delle quali esporta e non soffre. Il dato che segna la differenza è quello che rivela come circa un terzo delle famiglie italiane – il 26% del campione – non sarebbe in grado di far fronte con sue risorse a una spesa imprevista di mille euro e quello che invece fa salire al 74% la quota impreparata a una spesa di 10 mila euro.

I numeri  dei “conti” delle famiglie

1) Il 33 per cento è riuscito a risparmiare parte del reddito guadagnato

2) Il 41 per cento ha consumato tutto il reddito

3) Il 18 per cento è dovuto ricorrere a risparmi accumulati

4) Il 7 per cento è dovuto ricorrere a prestiti

Crolla il mattone svettano i Depositi in conto corrente

Sugli investimenti l’incertezza ha accentuato la preferenza per la liquidità ( svettano i depositi in conto corrente)  e i titoli sicuri mentre continua la contrazione dell’appeal del «mattone» a causa delle tasse.

La classifica delle forme di risparmio possedute

1)  Conto Corrente ( 78 per cento) 

2) Assicurazione sulla vita o Fondo pensione (25 per cento)

3) Libretto di risparmio (21 per cento)

4)  Fondi Comuni di Investimento (13 per cento)

5)  Obligazioni, Azioni, Bot, Cct, Btp (‘8 per cento)

 

 

 

 

 

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