Da Roma a Milano: assalti ai treni e violenze da parte di nomadi e clandestini. Storie di tutti i giorni
Non c’è solo Corcolle, diventata famosa in tutt’Italia per la sua rivolta. Non c’è solo l’ennesima rissa su un autobus, nel difficile quartiere romano di San Basilio, tra un italiano, un polacco e un romeno. In ogni angolo del Paese continuano le storie di violenze e di paura. Storie che fanno poco rumore, perché c’è chi vuole il silenzio, minimizza, gira la testa dall’altra parte. Storie che vedono protagonisti negativi gli extracomunitari e i nomadi, sui quali c’è il divieto di critica anche quando sbagliano, a meno che non si voglia passare per razzisti. Storie che si ripetono tutti i giorni, sempre le stesse, una uguale all’altra, accompagnate dalla rabbia (inascoltata) di chi le subisce e dall’indifferenza di chi dovrebbe porre un freno. Arrivano altre vicende crude, come quella del treno della linea Roma-Nettuno preso d’assalto da un gruppo di stranieri alla stazione di Aprilia. Il personale di Trenitalia aveva predisposto controlli serrati sui biglietti dei passeggeri diretti verso la capitale, un controllo a tappeto prima che i pendolari salissero sui vagoni. Un gruppo di stranieri però, ha forzato il blocco dei controllori ed è scoppiato il putiferio. Tanta la rabbia dei pendolari, che chiedono controlli e sicurezza sulla linea Roma-Nettuno. Andare al lavoro, dicono, non deve trasformarsi in un inferno. Anche i nomadi, qualche mese fa, aveva creato il panico all’interno di uno dei vagoni durante una corsa serale, arrivando a spruzzare spray urticanti. Preso dal panico, un passeggero aveva tirato la maniglia del freno di emergenza all’altezza di Torricola, ma i responsabili all’arrivo delle forze dell’ordine si erano già dileguati. «Ma anche se li avessero presi…», il commento rassegnato di chi era presente. Sì, se l’avessero presi sarebbero stati messi fuori dalla galera dopo pochi minuti. Come accade troppo spesso. Da Roma a Milano, un’altra vicenda significativa, l’ennesima: tredici famiglie hanno trovato i finestrini delle loro auto spaccati durante la notte. La sera prima – ed è questo che deve far riflettere – nel corso di un’assemblea pubblica avevano denunciato l’aggravarsi dell’insicurezza, spesso legata alla presenza di grandi insediamenti di nomadi in diversi quartieri della zona. Ragion per cui i finestrini spaccati non sono stati un atto di vandalismo ma un avvertimento. Un avvertimento. Una minaccia. Di stampo mafioso.