Ebola spaventa gli Stati Uniti: decine di persone sotto controllo, anche le ceneri di Duncan terrorizzano…
Si allarga il panico Ebola negli Stati Uniti: la lista delle persone messe “sotto stretto controllo” per aver trattato il paziente “zero” morto di Ebola a Dallas si allunga: una fonte coperta dall’anonimato citata dalla Cnn parla di “decine” di persone, tra cui molti medici e paramedici che si erano presi cura di Thomas Eric Duncan. Addirittura il ministro della Giustizia della Louisiana, Buddy Caldwell, sta cercando di ottenere un ordine restrittivo per impedire che le ceneri degli oggetti di Thomas Duncan, il liberiano morto per Ebola negli Usa, vengano portate in una discarica nello Stato. Tra i rifiuti ci sono le lenzuola, i tappeti e la biancheria appartenente a Duncan, materiale potenzialmente contaminato che è stato bruciato in un inceneritore di Port Arthur, in Texas. Da lì doveva essere portato in una discarica per rifiuti pericolosi in Louisiana, ma Caldwell sta cercando di bloccare lo smaltimento. «Ci sono troppe incognite a questo punto, ed è assurdo che rifiuti potenzialmente pericolosi vengano trasportati attraverso i confini dello Stato», ha affermato. «Certamente condividiamo la tristezza per coloro che hanno perso la vita a causa di questo terribile virus, ma la nostra priorità è la salute e la sicurezza dei cittadini – ha aggiunto -. Questa situazione è senza precedenti e vogliamo affrontarla con la massima cautela, non possiamo permetterci di correre rischi». Come si ricorderà, la nuova impennata della paura si è avuta dopo la morte la settimana scorsa del “pazioente zero”. Morte a cui ha fatto seguito il primo contagio: si tratta di un infermiera dell’Health Presbyterian Hospital di Dallas che ha curato Thomas Eric Duncan. La donna però in ogni contatto con lui ha sempre indossato l’abbigliamento protettivo, guanti, tuta e maschera sul volto. Evidentemente c’è stata una violazione del protocollo per la prevenzione, hanno affermato anche le autorità. Ora la nuova paziente è in isolamento, le sue condizioni vengono definite stabili. Il virus è stato individuato nei test preliminari a cui è stata sottoposta e quindi le sono stati fatti esami più approfonditi, che hanno confermato la diagnosi. Si tratta della prima persona che ha contratto il virus negli Usa, poiché Duncan si era ammalato in Liberia ed era arrivato in America quando ancora non aveva alcun sintomo. Il virus finora ha causato la morte di quasi 4.000 persone in Africa Occidentale e continua a crescere. E non solo negli Usa. Tanto che anche il direttore generale del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, ha sottolineato che «non bisogna terrorizzare il mondo rispetto ai Paesi africani che stanno vivendo il dramma dell’Ebola», in particolare Sierra leone, Liberia e Guinea. Al contrario, le ha fatto eco il presidente della Banca Mondiale, Jim Yong Kim, «dobbiamo agire in fretta senza isolare i Paesi africani in cui si trovano i focolai del virus, perché non abbiamo scelta». Ma la paura dilaga. Al punto che l’India ha cancellato un summit con 54 nazioni africane previsto a dicembre, in cui erano attesi circa mille delegati.