Elena Ceste, il Dna conferma: il corpo ritrovato è il suo

23 Ott 2014 13:02 - di Desiree Ragazzi

È di Elena Ceste il cadavere trovato sabato mattina, in avanzato stato di decomposizione, nelle campagne dell’Astigiano. La svolta nelle indagini sulla scomparsa della donna, 37 anni, svanita nel nulla lo scorso 24 gennaio, dall’esame del Dna dei resti trovavi durante la pulitura di un canale di scolo, a meno di due chilometri dalla casa in cui abitava con il marito e i quattro figli.

Indagini senza sosta, molti i nodi da sciogliere

Le indagini dei carabinieri proseguono, nel più stretto riserbo, per stabilire se la madre si sia suicidata o se sia stata uccisa. Un mistero lungo nove mesi, tra segnalazioni e falsi allarmi, mitomani e ricerche all’estero, fiaccolate di solidarietà. L’ultima pista seguita portava addirittura a Tenerife. Il corpo di Elena Ceste (nella foto tratta dal suo profilo Feacebook) era invece lì, a due passi da casa, tra il fiume Tanaro e la ferrovia. A ritrovarlo, in avanzato stato di decomposizione, alcuni dipendenti comunali, impegnati nella pulizia dell’alveo di un canale. L’area è stata sequestrata ed è sorvegliata dai carabinieri del Comando provinciale di Asti, guidati dal tenente colonnello Fabio Federici. I militari hanno informato del riconoscimento del cadavere il marito, Michele Buoninconti, vigile del fuoco ad Alba (Cuneo).

Le parole del marito Michele Buonincontri

Era stato lui, lo scorso 24 gennaio, a denunciarne la scomparsa e a far partire le ricerche. «Mi aveva pregato di passare a prendere i figli a scuola perché non stava bene – ha raccontato – Non l’ho più vista». Sparita nel nulla, senza alcun bagaglio, lasciando l’auto in cortile e, in casa, il telefono cellulare e la fede. Per settimane carabinieri e vigili del fuoco hanno perlustrato campi e boschi, svuotato pozzi, scandagliato corsi e specchi d’acqua, ma inutilmente. Poi, a fine febbraio, un primo colpo di scena: «Elena era ricattata da due uomini» per una foto nella quale era abbracciata ad un amico. Ma i due venivano subito scagionati. All’inizio di marzo un’altra segnalazione portava a Torino: «Ho visto una donna come lei su un tram». Anche questa pista si rivelava, però, infruttuosa. Poi di nuovo il nulla fino a sabato mattina.

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