Grillo “arruola” per sbaglio Rampelli che commenta: «Mi presto a fare da testimonial contro la corruzione»

6 Ott 2014 10:19 - di Ginevra Sorrentino

A furia di aprire alla Rete. Di arruolare tramite casting online. Di rivolgersi al possibile candidato della porta accanto di chiunque, Beppe Grillo non riconosce più nemmeno chi siede tra banchi del suo partito a Montecitorio, e chi no. Così è potuto accadere che la celebre performance di Fabio Rampelli – il deputato di FdI-An che qualche mese fa, durante le proteste nel corso della votazione del dl Bankitalia, con scatto da rugbista conquistò il banco della Presidenza dal quale srotolò lo striscione con su scritto «corrotti» – venisse accreditata dal leader movimentista come una delle gesta dissidenti di uno dei suoi eletti. Certo, in quella circostanza, parlamentari cinquestelle e di Fratelli d’Italia si trovarono uniti nel contestare aspramente la gestione dell’Aula da parte della presidente Laura Boldrini, ma di qui a postare sulla propria pagina Facebook l’immagine che immortala la rivendicazione di un esponente di un altro partito, spacciandola erroneamente per impresa “anti” di matrice grillina, ce ne vuole…

Come se non bastasse, poi, al danno del post che stigmatizza l’equivoco, si è aggiunta la beffa del messaggio stigmatizzato a corredo della foto: «L’Italia 5 Stelle è un’Italia senza corrotti. Il nostro piano per eliminare la corruzione». Nostro, anche se non in via esclusiva, forse, il piano, ma di certo non il sostenitore in questione, la cui immagine è stata impropriamente utilizzata per illustrarlo e sponsorizzarlo. Così, dato che chi di Rete ferisce, di Rete perisce, gli internauti sono tempestivamente accorsi a correggere (in rosso) la svista del leader movimentista. Tra i primi, naturalmente, la presidente di FdI-An Giorgia Meloni, che con ironia beffarda, rivendicando giustamente tra le sue fila parlamentari il protagonista dell’atletica performance dissidente, ha commentato: «Svegliati Beppe: quello è il nostro capogruppo». Sorpreso quanto divertito, infine, lo stesso Rampelli, al centro dell’equivoco digitale. «Grazie per aver voluto trasformare la mia protesta alla Camera in un’icona della comune lotta alla corruzione», ha postato sul sito di Fratelli d’Italia-An l’esponente tricolore, che poi, in nome di un pacifico invito all’operosità trasversale, ha concluso: «Non mi offendo e non querelo, anzi, mi presto volentieri a fare da testimonial, come capogruppo di Fratelli d’Italia, alla crociata di tanti contro disonestà e malaffare. Oltre i partiti e oltre le etichette. Chi ci ama ci segua»…

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