I negozi storici gettano la spugna: «Ci arrendiamo ai cinesi, ci diano almeno l’onore delle armi»
Erano la ricchezza delle nostre città. Negozi storici, che esaltavano la tradizione italiana. Sono diventati un peso. Ignorati dalle giunte comunali. Trattati quasi con fastidio. Ed è così che si moltiplicano le storie di chiusure inaspettate, attività che rappresentavano non solo il fiore all’occhiello dei quartieri ma un punto di attrazione svaniscono nel nulla e nell’indifferenza. Sconfitte dalla incapacità politica e dalla concorrenza (sleale) dei cinesi. L’ultima vicenda in ordine di tempo arriva da San Giovanni, dove Municipio e Comune stanno costringendo alla “fuga” lo storico re del tiramisù di Roma. Pompi, infatti, potrebbe lasciare la sede cara ai romani e ai turisti e trasferirsi all’Eur. La contitolare dell’azienda, Cinzia Pompi, spiega: «Vogliamo continuare a lavorare e a fare quello che ci piace, quello che mio padre ha iniziato nel 1960. Ma vorremmo lavorare in un clima più sereno: stiamo valutando di trasferirci. Alcuni abitanti del quartiere, infatti, ci contestano le doppie file, ma a mio avviso questo dipende da una cattiva viabilità della strada e della zona». Come futura sede, al posto di quella storica di San Giovanni, ci potrebbe essere l’Eur: «È una possibilità, stiamo verificando – risponde Cinzia Pompi –. Quando c’è un punto di ritrovo come Pompi, è chiaro che si possa creare confusione, ma mi pare che tutta Roma sia confusa. Ovunque è possibile trovare auto in doppia fila…». Come anticipato da La Repubblica, per l’eventuale vendita del locale, Pompi è in contatto con imprenditori cinesi. Tanto che su un cartello esposto hanno scritto: «Grazie alla lungimiranza del Municipio, residenti e cittadini avranno tranquillità e più tempo per imparare il cinese». «Sì – spiega la contitolare –, siamo in contatto per una eventuale vendita del locale con imprenditori cinesi. Siamo stati tacciati di razzismo ma non è assolutamente vero. È stato uno sfogo, un cartello provocatorio nei confronti di coloro che nel quartiere si lamentano di noi. Di conseguenza il Municipio ha prima messo dei presidi di vigili e poi uno spartitraffico in via Albalonga, limitando la fruibilità della strada e l’avvento dei clienti». «Per rimanere a San Giovanni, se il flusso di clienti è eccessivo, a mio avviso una strada è verificare la possibilità di una convenzione con un parcheggio – commenta l’assessore alla Roma Produttiva Marta Leonori –. Sostare in seconda fila non è consentito da nessuna parte, non solo davanti a Pompi. Se poi preferiscono spostarsi è una loro scelta». Eppure non è difficile capire che se Pompi viene ceduto ai cinesi il problema non si risolve, passa solo di mano. Vuoi vedere che il Municipio sta facendo il tifo per i cinesi?