I negozi storici gettano la spugna: «Ci arrendiamo ai cinesi, ci diano almeno l’onore delle armi»

13 Ott 2014 19:42 - di Gabriele Farro

Erano la ricchezza delle nostre città. Negozi storici, che esaltavano la tradizione italiana. Sono diventati un peso. Ignorati dalle giunte comunali. Trattati quasi con fastidio. Ed è così che si moltiplicano le storie di chiusure inaspettate, attività che rappresentavano non solo il fiore all’occhiello dei quartieri ma un punto di attrazione svaniscono nel nulla e nell’indifferenza. Sconfitte dalla incapacità politica e dalla concorrenza (sleale) dei cinesi. L’ultima vicenda in ordine di tempo arriva da San Giovanni, dove Municipio e Comune stanno costringendo alla “fuga” lo storico re del tiramisù di Roma. Pompi, infatti, potrebbe lasciare la sede cara ai romani e ai turisti e trasferirsi all’Eur. La contitolare dell’azienda, Cinzia Pompi, spiega: «Vogliamo continuare a lavorare e a fare quello che ci piace, quello che mio padre ha iniziato nel 1960. Ma vorremmo lavorare in un clima più sereno: stiamo valutando di trasferirci. Alcuni abitanti del quartiere, infatti, ci contestano le doppie file, ma a mio avviso questo dipende da una cattiva viabilità della strada e della zona». Come futura sede, al posto di quella storica di San Giovanni, ci potrebbe essere l’Eur: «È una possibilità, stiamo verificando – risponde Cinzia Pompi –. Quando c’è un punto di ritrovo come Pompi, è chiaro che si possa creare confusione, ma mi pare che tutta Roma sia confusa. Ovunque è possibile trovare auto in doppia fila…». Come anticipato da La Repubblica, per l’eventuale vendita del locale, Pompi è in contatto con imprenditori cinesi. Tanto che su un cartello esposto hanno scritto: «Grazie alla lungimiranza del Municipio, residenti e cittadini avranno tranquillità e più tempo per imparare il cinese». «Sì – spiega la contitolare –, siamo in contatto per una eventuale vendita del locale con imprenditori cinesi. Siamo stati tacciati di razzismo ma non è assolutamente vero. È stato uno sfogo, un cartello provocatorio nei confronti di coloro che nel quartiere si lamentano di noi. Di conseguenza il Municipio ha prima messo dei presidi di vigili e poi uno spartitraffico in via Albalonga, limitando la fruibilità della strada e l’avvento dei clienti». «Per rimanere a San Giovanni, se il flusso di clienti è eccessivo, a mio avviso una strada è verificare la possibilità di una convenzione con un parcheggio – commenta l’assessore alla Roma Produttiva Marta Leonori –. Sostare in seconda fila non è consentito da nessuna parte, non solo davanti a Pompi. Se poi preferiscono spostarsi è una loro scelta». Eppure non è difficile capire che se Pompi viene ceduto ai cinesi il problema non si risolve, passa solo di mano. Vuoi vedere che il Municipio sta facendo il tifo per i cinesi?

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